Roma, 12 dic. (askanews) – Rilancio del ruolo della sanità cattolica non profit convenzionata “come componente fondamentale” del Servizio sanitario nazionale e richiamo ai “valori evangelici ai quali le istituzioni socio-sanitarie cattoliche devono fare sempre e comunque riferimento”. È quanto è stato messo a fuoco all’Assemblea generale dell’Aris, l’Associazione religiosa istituti socio-sanitari, svolta a Roma per la conclusione delle celebrazioni del sessantesimo anniversario della fondazione. “Sessanta anni di storia – ha detto Mauro Mattiacci, direttore generale dell’Aris – sono un traguardo importante iniziato prima dell’Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale. L’Aris. rappresenta la realtà religiosa, sostanzialmente la Chiesa nella sanità, oltre 270 strutture e ci occupiamo quindi di tutti gli interventi che possiamo fare anche a livello ministeriale e istituzionale”.
I lavori dell’Assemblea Aris sono stati introdotti dai saluti istituzionali del presidente del Senato Ignazio La Russa e dalla vicepresidente Licia Ronzulli, che hanno sottolineato il ruolo della sanità cattolica. “Siamo autorizzati, accreditati a contratto – ha aggiunto padre Virginio Bebber, presidente di Aris -. Quindi facciamo servizio pubblico a tutti gli effetti, perciòi dovremmo essere veramente parificati al pubblico. Certamente le tariffe nostre sono molto più basse di quelle del pubblico, il pubblico poi avrà sempre il ripiano di fine anno, noi non l’abbiamo, però dobbiamo poco alla volta arrivare a un trattamento più equo anche nei nostri confronti”.
Tra i partecipanti all’Assemblea anche il cardinale Parolin. “La sanità non profit, e in special modo la sanità cattolica, che come sua caratteristica appunto è l’essere non profit – ha chiosato il segretario di Stato Vaticano – deve dare un senso una dimensione, sottolineare alcuni valori fondamentali proprio della della sanità soprattutto quello della cura e dell’attenzione alla dignità della persona e alle sue esigenze”.