Serial killer in Lombardia: nessuno lo sta cercando

L'ombra di un serial killer sta terrorizzando la Lombardia, ma nessuno sta cercando questo presunto assassino.

Tra il 2016 e il 2017 ci sono stati tre omicidi in Lombardia, che hanno gettato sulla regione l’ombra della presenza di un ipotetico serial killer.

Perché nessuno lo ha mai cercato?

Serial killer a piede libero in Lombardia: perché nessuno lo cerca?

Tre donne sono state uccise tra l’estate 2016 e l’autunno 2017, tutte sgozzate. Non si è mai scoperto il colpevole e neanche il movente, tenendo anche conto che tra di loro non c’era nessun collegamento. Apparentemente si è trattato di tre rapine finite male e si è parlato di tre killer che non hanno lasciato alcuna traccia e non è mai stato ripreso dalle tante telecamere presenti nelle varie zone.

In tanti, però, sono convinti che si tratti della stessa persona, di un serial killer che circola indisturbato in quella zona. Se così fosse, che fine potrebbe aver fatto? E per quale motivo non ha più colpito dal 2017? Queste domande per il momento non hanno risposte, come riportato dal racconto sul sito InsideOver. Sicuramente sarebbe interessante capire per quale motivo non è mai stata presa in considerazione l’ipotesi del serial killer.

Entriamo nel dettaglio dei tre omicidi.

L’omicidio del 29 agosto 2016 a Seriate

Antonio Tizzoni e la moglie Gianna Del Gaudio hanno cenato e festeggiato fino a mezzanotte l’onomastico della nuora. Una volta finita la festa, i coniugi, sposati dal 1979, hanno iniziato a sistemare. L’uomo stava innaffiando le piante in giardino, mentre la donna lavava i piatti in cucina. Quando ha finito, Antonio Tizzoni è rientrato in casa e ha visto un uomo di spalle, incappucciato e accovacciato per terra, che stava frugando nella borsa della moglie.

L’uomo ha detto qualcosa, ha gridato, ha chiamato la moglie, che non ha risposto. La donna era a terra in una pozza di sangue, con la gola tagliata.

Mentre lui si è avvicinato al corpo della moglie, l’uomo incappucciato è fuggito. Le indagini si sono immediatamente concentrate sul marito della vittima, sospettato di essere l’assassino. Quando in giardino è stato trovato un taglierino insanguinato, i Ris hanno dichiarato che il DNA sull’impugnatura era il suo, ma in seguito è poi emerso che si era trattato di un errore, di una contaminazione da laboratorio.

Antonio Tizzoni è stato assolto in tutti i gradi di giudizio.

L’omicidio del 20 dicembre 2016 a Colognola

Una serata particolare, priva di forze dell’ordine in giro per le strade in quanto impegnate allo stadio, per Atalanta-Empoli. Dall’altra parte della città, Daniela Roveri, di 48 anni, ha parcheggiato la sua auto per raggiungere a casa la madre che l’aspettava per cena. La donna è entrata nel portone ma qualcuno l’ha sorpresa alle spalle, l’ha bloccata e l’ha accoltellata alla gola, recidendo la carotide prima che lei potesse urlare.

La madre si è insospettita per il ritardo della figlia ed è scesa a cercarla, trovandosi davanti la terribile scena. Erano passati solo quattro mesi dall’omicidio di Gianna Del Gaudio e questo secondo delitto è avvenuto a soli 7 chilometri di distanza, per cui si è ipotizzato un collegamento. La Procura di Bergamo indaga anche sulla presenza di un presunto serial killer.

Nella vita di Daniela Roveri non c’erano ombre che potessero giustificare un’aggressione del genere.

Lo stesso furto della sua borsetta, però, è sembrato un tentativo di depistaggio. Si è parlato di intento omicidio, non di furto finito male. I vicini non hanno mai notato niente di strano e non è stato trovato niente neanche nei filmati delle telecamere. Sulla guancia e sotto le unghie della donna è stato trovato del Dna, da cui è stato estratto solo l’aplotipo Y, appartenente a un uomo, lo stesso individuato sul taglierino che ha tagliato la gola a Gianna Del Gaudio.

Dopo settimane di confronti la pista è rimasta bloccata e le tracce sono state definite “solo blandamente compatibili”, prima dell’archiviazione nel 2019.

L’omicidio del 23 novembre 2017 ala Parco di Villa Litta a Milano

Marilena Negri, di 67 anni, è scesa di casa verso le 6.30 di mattina, per portare a spasso la sua cagnolina nel parco di Villa Litta, come ogni giorno. Alle 6.40 le telecamere puntate all’ingresso del parco immortalano un uomo che cammina a passo veloce, con un giubbotto blu e verde, pantaloni neri e cappuccio.

L’uomo è uscito dal parco alle 7, mentre alle 7.20 un passante a trovato la donna riversa a terra, con la carotide recisa da una coltellata. Si è parlato ancora una volta di una rapina finita male, dopo che i figli della donna hanno dichiarato che mancava una collanina d’oro che portava sempre al collo, con la foto del marito defunto. Collanina che è poi stata trovata in un cassetto dentro casa della donna, per cui non è mai stata rubata.

La pm Donata Costa ha chiesto la comparazione di due tracce di Dna trovate sul corpo e sulla borsetta di Marilena con profili di altri casi, ma non si è mai saputo se questo esame abbia portato a qualche risultato, visto che nel 2019 il caso è stato archiviato.