La riforma istituzionale n. 1119 per il distacco tra consiglio superiore della magistratura e Corte suprema è stata approvata quest’oggi 16 gennaio 2025 dalla Camera con un via libera di 174 voti favorevoli e 92 contrari e 5 astensioni, si parla del DDL sulla separazione delle Carriere.
Ddl separazione carriere: via libera alla riforma che cambia la magistratura italiana
Questa innanzitutto la prima tappa della riforma costituzionale che cambierà radicalmente il volto della magistratura italiana.
In concreto la modifica interessa la parte IV della carta e il suo obiettivo principale è un progetto che prevede un percorso diverso tra magistrati inquirenti e magistrati dell’udienza. Per far sì che sia efficace, si prevede l’istituzione di due diversi CSM, uno per i giudici e uno per i pm.
Una novità importante riguarda la selezione dei membri di questi due organi, che saranno estratti a sorte, una scelta destinata a far discutere. Inoltre, nel DDL sulla separazione delle Carriere è prevista la creazione di un’Alta Corte disciplinare, pensata per monitorare e gestire eventuali comportamenti scorretti dei magistrati, garantendo maggiore trasparenza e responsabilità.
Durante il voto era presente in Aula il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha commentato la riforma con toni pacati ma decisi. “L’Associazione Nazionale Magistrati è un sindacato come tutti gli altri, rispettabile e con cui ho anche rapporti personali di stima, a partire dal presidente Santalucia,” ha spiegato. Nordio ha invitato a discutere i pro e i contro della riforma in modo razionale, senza scadere in polemiche o accuse infondate.
Via libera al ddl separazione carriere: una riforma che divide l’opinione pubblica e politica
Uno dei punti più controversi riguarda l’ipotesi che questa separazione delle carriere possa, in futuro, portare i pubblici ministeri a dipendere dall’esecutivo. Nordio ha decisamente negato questa possibilità, definendola una “preoccupazione infondata”.
La proposta, come prevedibile, ha diviso l’opinione sia pubblica che politica, chi invece la sostiene ritiene che questa riforma possa rappresentare un passo avanti per rendere il sistema giudiziario più equilibrato e meno soggetto a possibili conflitti di interesse. Dall’altra parte, i detrattori temono che la separazione possa minare l’autonomia della magistratura, aprendo la strada a pressioni politiche.
Questi primi voti sono solo un punto di partenza per il loro lavoro su questo compito e, allo stesso modo, saranno necessari ulteriori passaggi parlamentari affinché la riforma entri in vigore. Nel frattempo, è ancora molto contestata, il che mette in evidenza le ansie e le aspettative riguardanti una questione così delicata e critica per il futuro della giustizia in Italia.