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Separazione delle carriere, Anm annuncia sciopero il 27 febbraio contro la riforma

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L'Anm protesta contro la separazione delle carriere con un gesto simbolico nelle cerimonie dell'anno giudiziario e proclama uno sciopero per il 27 febbraio contro la riforma proposta.

L’Anm ha deciso di protestare in modo originale contro la riforma della separazione delle carriere.

Separazione delle carriere, Anm e il gesto simbolico come segno di protesta

Durante le cerimonie dell’anno giudiziario, i magistrati indosseranno la toga e una coccarda tricolore. Ma non appena il ministro Carlo Nordio o un suo rappresentante prenderanno la parola, lasceranno l’aula in modo composto, portando con sé la Costituzione. Questo gesto, anche se simbolico, vuole esprimere chiaramente il dissenso contro una riforma che non convince i magistrati.

I membri dell’Anm, riuniti a Roma, hanno deciso di dare il via a questa protesta per ribadire la loro opposizione alla separazione delle carriere. Già nelle scorse settimane, durante un’assemblea straordinaria, si era discusso di come reagire alla proposta di legge che, in prima lettura, ha passato l’esame alla Camera. Non solo il gesto simbolico delle cerimonie, ma anche uno sciopero che è stato proclamato per il 27 febbraio…

Anm, no alla separazione delle carriere: chiedono il rispetto della separazione dei poteri

L’obiettivo dell’Anm è quello di fermare una riforma che, a loro avviso, minaccia l’indipendenza del sistema giudiziario. Non si tratta solo di una questione tecnica, ma di difendere un principio che per i magistrati è sacrosanto: il rispetto della separazione dei poteri. Ecco perché l’Anm ha deciso di rendere il gesto ancora più forte, facendo un’azione concreta che richiama l’attenzione dell’opinione pubblica. Se la separazione delle carriere dovesse passare, le conseguenze potrebbero essere devastanti per l’efficienza della giustizia italiana.

La protesta non è solo una reazione al provvedimento, ma anche un messaggio chiaro alle istituzioni: i magistrati non sono disposti a compromettere l’autonomia della magistratura. Insomma, l’Anm ha scelto di far sentire la propria voce con un’azione che unisce rispetto e fermo dissenso.