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Senza esitazioni, Salvini afferma: 'Non cercherò un accordo, proseguirò fino alla Cassazione'.

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Il leader della Lega, Matteo Salvini, durante il programma 'Quarta Repubblica', ha respinto le possibilità di un patteggiamento nel processo 'Open Arms' che lo coinvolge, dichiarandosi convinto della sua innocenza. Salvini sostiene di aver agito nell'interesse della sicurezza del paese e rimane fiducioso nella sua assoluzione. Ha definito il processo come politico e attacco alla sovranità nazionale, orchestrato dalla sinistra. In caso di condanna, Salvini afferma di non prevedere immediate conseguenze per il governo e sottolinea il suo diritto di appellarsi. La Lega, in seguito alla richiesta di condanna, sta pianificando una serie di iniziative di sensibilizzazione, incluso un raduno a Pontida il 6 ottobre. Giuseppe Santalucia, presidente dell'associazione dei magistrati, smentisce l'accusa di una politizzazione del processo, insistendo che i politici, inclusi i ministri, devono rispettare la legalità. Infine, il presidente ungherese, Viktor Orban, ha espresso la sua solidarietà a Salvini, definendolo il "patriota più coraggioso d'Europa".

Nel corso di una partecipazione a ‘Quarta Repubblica’ su Rete 4, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha avuto modo di esprimere la sua posizione sul processo ‘Open arms’ che lo coinvolge. Ha sottolineato con fermezza la sua decisione di non optare per un patteggiamento, proprio perché fermamente convinto della sua innocenza. Questa decisione si distacca dalla scelta effettuata da Giovanni Toti, ex governatore della Liguria.

Salvini si difende dichiarando di aver operato nell’interesse della sicurezza del suo paese e in riscontro ad una promessa politica precedentemente fatta: quella di ridurre gli arrivi di immigrati. Salvini rimane convinto della sua assoluzione, confidando nello scrupolo del giudice e nel confronto dei fatti con quanto gestito da altri ministri. E aggiunge, con tono deciso: “Non cederò nemmeno di un millimetro, continuerò a lottare. Mi considero serenamente e pacificamente indignato. Questo è un processo politico contro il governo”.

All’indagine del conduttore Nicola Porro che chiede se il governo Meloni sia il vero obiettivo, Salvini riconferma: “Sì. Il tentativo è quello di creare difficoltà a questo governo, finora senza successo. Perciò, l’attacco è diretto verso di me”. Tuttavia, in caso di condanna, Salvini afferma di non prevedere immediate conseguenze per il governo. Insiste pure sul fatto che in caso di condanna avrebbe diritto ad appellarsi e, nonostante l’implicazione di un precedente pericoloso, non ne sarebbe direttamente penalizzato. Infine, con un tono più personale aggiunge: “Se dovessero condannarmi a tutti i livelli, finirei in prigione per almeno 2 anni. Mi dispiacerebbe per i miei figli, la mia compagna e la mia famiglia. Ringrazio il governo e i partiti di maggioranza per il sostegno e l’affetto mostrato”.

Matteo Salvini definisce l’indagine Open Arms, dove rischia una condanna a sei anni, come un assalto politico e un’offesa alla difesa delle frontiere nazionali orchestrata dalla sinistra. Questa è stata la premessa alla riunione del consiglio federale convocata dalla Lega in seguito alla richiesta di condanna. Non è previsto alcun confronto diretto con i pubblici ministeri, ma una lotta democratica e non violenta per difendere Salvini, a partire dal prossimo fine settimana e sicuramente fino al 6 ottobre. Per quel giorno, a Pontida, cuore simbolico della Lega, è previsto il solito raduno bergamasco, ma questa volta ha una nuova finalità: difendere la libertà, principalmente quella del loro segretario. Salvini asserisce che questa libertà è minacciata da un’offesa della sinistra al governo e alla sovranità nazionale. Questa accusa deriva dalla decisione di Salvini, da ministro dell’Interno nel 2019, di non permettere lo sbarco di 147 migranti dalla nave Open Arms a Lampedusa. Ora il partito si raduna in difesa del suo leader in una riunione di emergenza del consiglio federale. La linea del partito si delinea in modo difensivo con un accenno di attacco, come appare. Salvini definisce l’intera situazione come un processo politico all’inizio della riunione.

Secondo Giuseppe Santalucia, presidente dell’associazione dei magistrati, non esiste una politizzazione del processo legale poiché anche un politico, inclusi i ministri, dovrebbe sottostare ai controlli di legalità in una democrazia costituzionale come la nostra. Rifiuta categoricamente l’idea che la magistratura si fermi di fronte a politici, la quale sarebbe contraria alla Costituzione. Nel frattempo, la Lega continua la sua attività. In un incontro di un’ora, ha programmato un’iniziativa di sensibilizzazione in piazze pubbliche nel prossimo e il successivo weekend, fino a Pontida. Andrea Crippa, il braccio destro di Salvini, assicura che l’evento sarà vivido e internazionale, con invitati como Marine Le Pen, la super ospite dello scorso anno, e l’estremista olandese Geert Wilders. L’obiettivo è quello di mantenere viva la loro causa tra i loro elettori e sostenitori. Non si esclude la possibilità di una grande manifestazione a Palermo il 18 ottobre, in occasione dell’arringa dell’avvocata e senatrice della Lega, Salvini, in tribunale. Un luogo significativo per la giustizia italiana. Allo stesso tempo, c’è una forte tentazione di chiamare a raccolta i membri del partito per difendere – anche fisicamente – il leader in un momento particolarmente difficile. Ancora vivida è la memoria di tutta Forza Italia davanti al tribunale di Milano nel 2013 in difesa di Berlusconi, a processo per il caso Ruby. Tuttavia, molti membri della Lega rimangono scettici alla vista di questo scenario.

Secondo Bongiorno, la decisione iniziale sul caso di Salvini verrà presa dopo le cosiddette udienze di risposta, forse una settimana o due più tardi. Tuttavia, l’avvocato di Salvini sottolinea l’importanza della prudenza, affermando che non c’è alcuna intenzione di intensificare i contrasti con il sistema giudiziario. Insiste sul fatto che, nonostante la piena fiducia nella magistratura, ci siano delle irregolarità nel processo. Sostiene che l’attenzione si sia concentrata su un caso singolo, benché vi siano stati altri casi simili in precedenza. Nel frattempo, oltre al supporto dei suoi alleati politici in Italia, Salvini riceve anche la solidarietà di Viktor Orban. Il presidente ungherese lo ha definito il “patriota più coraggioso d’Europa” e “il nostro eroe”, probabilmente parlando a nome dei sovranisti. In un post su Twitter, Orban sostiene che Salvini è stato punito per aver limitato l’immigrazione e che coloro che difendono l’Europa sono continuamente penalizzati. In risposta, Salvini ringrazia Orban e annuncia che si incontreranno venerdì a Budapest, in occasione del vertice informale dei ministri dei Trasporti. Salvini garantisce inoltre che né il processo né le minacce fermeranno l’ondata di cambiamento e libertà che sta attraversando l’Europa.