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Il ministro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco dei migranti dalla nave Open Arms a Lampedusa, è stato assolto. La sentenza di primo grado è ora arrivata.
Salvini in aula bunker per il caso Open Arms: la sentenza
Il leader leghista è difeso dall’avvocato Giulia Bongiorno che ha chiesto l’assoluzione del suo assistito “perché il fatto non sussiste“. Dello stesso pensiero anche i giudici del tribunale di Palermo: emesso il verdetto di primo grado.
La lettura del dispositivo è stata accolta con un applauso da parte dei politici e dei sostenitori giunti per esprimere la loro solidarietà a Salvini. Il ministro ha poi abbracciato a lungo la fidanzata Francesca Verdini, che era presente in aula. “Siete stati tutti bravi“, sarebbero state queste le prime parole di Salvini vedendo la commozione del suo avvocato.
“È un grande giorno per l’Italia“. Così il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, ascoltando la sentenza di assoluzione di Matteo Salvini al processo Open Arms. Anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia esprime gioia alla lettura del verdetto: “Giustizia è fatta. Ho sempre creduto nelle buone ragioni che hanno guidato l’allora ministro dell’Interno Salvini nelle sue decisioni. Accolgo con soddisfazione questa sentenza”.
“È una sentenza che non assolve solo Salvini, ma un’idea di Paese. Chi usa gli immigrati per fare politica oggi ha perso, oggi torna in Spagna con le mani in saccoccia”. Ecco le prime parole del ministro pronunciate dopo la sentenza.
Matteo Salvini ha anche condiviso il suo pensiero sui social:
“Assolto per aver fermato l’immigrazione di massa e difeso il mio Paese. Vince la Lega, vince il buonsenso, vince l’Italia“.
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Salvini in aula bunker per il caso Open Arms: le parti civili nel processo
L’accusa in aula è rappresentata dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella e dai pm Gery Ferrara e Giorgia Righi, che, il 14 settembre scorso, hanno richiesto una condanna di sei anni di reclusione per Salvini.
Tra le parti civili costituite nel processo figurano alcuni dei profughi trattenuti sulla nave catalana, insieme ad organizzazioni come Legambiente, Arci, l’associazione AccoglieRete, Giuristi Democratici, il Ciss, Mediterranea Saving Humans, Cittadinanza Attiva, Oscar Camps, direttore della ONG Open Arms, il comandante della nave impedita nell’attracco, Reig Creus, la capo missione Anna Isabel Montes, il Comune di Barcellona, l’associazione Emergency e Asgi.
Gli avvocati delle parti civili hanno richiesto che l’imputato venga condannato a versare un risarcimento totale di un milione di euro per il danno arrecato.
Salvini in aula bunker per il caso Open Arms
Il leader della Lega, Matteo Salvini, era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito, nell’agosto 2019, lo sbarco di 147 migranti dalla nave della ONG spagnola Open Arms, quando ricopriva la carica di ministro dell’Interno. Il 14 settembre scorso, la procura ha chiesto una condanna di sei anni per Salvini. Il 18 ottobre è stata la volta della difesa, che ha richiesto l’assoluzione del ministro.
Oggi, venerdì 20 dicembre, giorno della sentenza di primo grado, Salvini ha ribadito che una condanna rappresenterebbe un pericoloso precedente giuridico, ma ha dichiarato di non voler lasciare il governo.
“Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto. Ho mantenuto le promesse fatte, ho contrastato le immigrazioni di massa e qualunque sia la sentenza, per me oggi è una bella giornata perché sono fiero di aver difeso il mio Paese. Rifarei tutto quello che ho fatto e entro in questa aula orgoglioso del mio lavoro”, ha detto il vicepremier Matteo Salvini poco prima di entrare nell’aula bunker.