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Secondo il rapporto della Cgia, 431.000 giovani hanno conseguito solo l'istruzione media inferiore.

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Nel 2023, circa 431mila giovani italiani tra 18 e 24 anni hanno abbandonato la scuola prematuramente, il più delle volte dopo aver conseguito la terza media. L'abbandono scolastico è più diffuso al Sud e nelle Isole, con percentuali più elevate in Sardegna (17,3%), Sicilia (17,1%) e Provincia di Bolzano (16,2%). Nonostante un calo a livello nazionale, l'abbandono scolastico rimane un problema critico in Italia, particolarmente per i giovani provenienti da famiglie con problemi sociali ed economici. L'Italia e Cipro sono al terzo posto tra i paesi dell'Eurozona per tasso di abbandono scolastico. Durante l'anno accademico 2023/2024, il 51,4% degli studenti frequentava un liceo, il 31,7% un istituto tecnico e il 16,9% un istituto professionale, con una preferenza regionale per istituti tecnici e professionali nelle zone con più attività industriali.

Secondo un’analisi effettuata dall’Ufficio studi della Cgia basata su dati di Eurostat e Istat, circa 431mila giovani italiani, tra i 18 e i 24 anni, hanno lasciato la scuola prematuramente nel 2023. Questi ragazzi, dopo aver ottenuto al massimo la qualifica di terza media, non hanno poi terminato neppure un corso di formazione professionale di durata superiore a due anni e attualmente non sono iscritti a nessun programma scolastico o formativo. Vale a dire, hanno appena rispettato l’obbligo scolastico.

L’abbandono scolastico è più diffuso nel Sud e nelle Isole, con la Sardegna in testa alle regioni con un tasso del 17,3%, seguita dalla Sicilia (17,1%) e la provincia di Bolzano (16,2%). La questione della povertà educativa è particolarmente sentita in queste zone, ma anche in alcune aree del Nord.

Nonostante la percentuale di abbandono scolastico a livello nazionale sia in calo negli ultimi anni, rimane un problema critico che colpisce particolarmente i giovani appartenenti a famiglie con gravi problemi sociali e/o economici.

Il tasso di diserzione scolastica più alto in Italia si riscontra nelle regioni meridionali e nelle isole, con la Sardegna in testa registrando un 17,3 percento nel 2023. Sicilia e Provincia di Bolzano sono poco dietro con rispettivamente il 17,1 e il 16,2 percento. La Campania segue con un 16 percento, poi Puglia e Calabria con un 12,8 e un 11,8 percento. In termini numerici, la Campania presenta il maggior numero di studenti che hanno interrotto gli studi prematuramente, con 72mila individui, seguita da Sicilia, Lombardia e Puglia. Nonostante un generale trend di diminuzione rispetto al 2019, alcune regioni, come la Liguria, il Veneto, la Provincia Autonoma di Trento e soprattutto la Provincia Autonoma di Bolzano, hanno evidenziato un aumento del tasso.

Nonostante l’abbandono scolastico stia diminuendo in tutta Europa, l’Italia e Cipro si collocano al terzo posto tra i 20 paesi dell’Eurozona per il tasso di abbandono scolastico tra i giovani dai 18 ai 24 anni, con un tasso del 10,5 percento sulla popolazione corrispondente. Solo la Spagna e la Germania presentano percentuali peggiori, con rispettivamente il 13,7 e il 12,8 percento. La media dell’Area Euro è del 9,8 percento.

Basandosi sui dati forniti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, durante l’anno accademico 2023/2024, 2.631.879 erano gli studenti registrati negli istituti pubblici di istruzione secondaria di II grado. Alcuni di questi, il 51,4%, frequentavano un liceo, il 31,7% un istituto tecnico e il 16,9% un istituto professionale. Anche se non di molto, la scelta degli studenti delle scuole superiori sembra essere stata orientata più verso le scuole liceali che quelle tecniche o professionali. Sul piano regionale, però, la situazione si ribalta nelle zone in cui le attività industriali sono più estese e agguerrite rispetto al resto della nazione. In Veneto, ad esempio, la percentuale di studenti iscritti in istituti tecnici e professionali sul totale raggiunge il 56,9%, mentre in Emilia Romagna risulta essere del 56% e in Lombardia del 52,4%. A parte la Puglia (50,3%), in tutte le altre regioni del centro-sud la propensione a iscriversi a un liceo ha superato quella di optare per un percorso tecnico o professionale.