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Se il primo ministro dovesse chiamarmi, essendo una figura istituzionale, risponderei di certo in modo affermativo, Bucci.

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Marco Bucci, sindaco di Genova e candidato per il centrodestra alla presidenza della Regione Liguria, ha dichiarato di non possedere alcun tesseramento di partito, sostenendo di essere un candidato civico. In risposta alle accuse della senatrice Raffaella Paita, Bucci ha affermato di lavorare per la popolazione con l'obiettivo di fare aderire i partiti alla sua visione e ai suoi progetti. Ha inoltre ricordato di aver assunto il ruolo di commissario per il Ponte nel 2018, un incarico che nessuno desiderava, su richiesta del presidente del Consiglio. Bucci sostiene che in quanto figura istituzionale, non si può rifiutare un simile ruolo.

Come candidato civico, non ho mai posseduto un tesseramento di partito. Sono i partiti che adottano la nostra visionaria, non viceversa. Ho ricevuto una telefonata dal premier piuttosto che dal capo di un partito e, in quanto figura istituzionale, credo che ci si debba sempre dimostrare disponibili quando chiama il presidente del Consiglio. Marco Bucci, sindaco di Genova e candidato per il centrodestra alla presidenza della Regione Liguria, ha così risposto alla senatrice Raffaella Paita di Italia Viva, che ha sostenuto che essendo Bucci un candidato di Giorgia Meloni, non può considerarsi civico.

Se qualcuno desidera ispezionare le mie tasche alla ricerca di un tesseramento di partito, è liberissimo di farlo. Non avrà successo, non possiedo tessere di partiti. Continuo a ritenere che siamo civici, lavoriamo per la popolazione e ci impegniamo affinché i partiti aderiscano alla nostra visione, ai nostri progetti, e soprattutto alla strategia che intendiamo seguire per raggiungere i nostri obiettivi. Gli ultimi sette anni a Genova lo hanno dimostrato.

Bucci sostiene inoltre di aver ricevuto una chiamata simile nel settembre del 2018 dal presidente Conte, in cui gli veniva richiesto di assumere il ruolo di commissario per il Ponte, incarico che nessuno desiderava assumere. Ha accettato questa enorme responsabilità dopo averci riflettuto su per mezz’ora. Bucci era convinto che se avesse rifiutato, non avrebbe più potuto guardare in faccia i suoi concittadini, così ha accettato. E’ avvenuto esattamente lo stesso quando è stato chiamato dal presidente del Consiglio: in quanto persona istituzionale, non si può rifiutare.