Il Ministro dell’Istruzione italiano, Giuseppe Valditara, ha evidenziato un problema di integrazione nella scuola italiana, sottolineando che il sistema attuale penalizza gli studenti immigrati di prima generazione, con tassi di dispersione scolastica elevati, raggiungendo il 30,1%.
Scuola, il Ministro Valditara: “Classi di transizione per alunni stranieri”
Alla luce di ciò, il Ministro propone di esaminare i modelli adottati all’estero per trovare soluzioni efficaci. In molti paesi dell’Unione Europea, esistono tre approcci: inserimento diretto degli stranieri nelle classi ordinarie, offerta scolastica separata per un periodo, o un approccio combinato con lezioni in classi ordinarie e separate.
Il Ministro Valditara suggerisce che ogni scuola valuti le competenze linguistiche degli studenti immigrati all’atto di iscrizione, offrendo tre percorsi: inserimento nelle classi esistenti, inserimento con lezioni di supporto in una classe separata, o partecipazione ad attività extracurricolari di potenziamento linguistico.
La proposta ha suscitato reazioni contrastanti, alcuni la considerano una soluzione propagandistica, mentre altri temono che la separazione possa creare divisioni nelle scuole.
Scuola, il Ministro Valditara: “Classi di transizione per alunni stranieri”
Irene Manzi del Pd suggerisce di approfondire le strategie di accompagnamento e mediazione nelle realtà scolastiche con forte immigrazione. I rappresentanti M5S criticano la proposta, temendo l’instaurarsi di “ghetti” nelle scuole, come riporta tg24.sky.it, dall’Associazione Nazionale Presidi arriva un’accoglienza positiva, sottolineando la necessità di interventi specifici per l’alfabetizzazione degli studenti stranieri.
Il segretario generale Flc Cgil, Gianna Fracassi, è contrario alle “classi differenziali”, sostenendo che l’inclusione richiede un potenziamento dell’offerta formativa. In sintesi, la questione dell’integrazione scolastica degli studenti stranieri in Italia suscita dibattito tra diverse prospettive e soluzioni.