Sfogliando qua e là tra le pagine dei miei numerosi libri di storia alla ricerca di qualche simpatica e poco conosciuta curiosità, ho scovato e trovato molto divertente l’aneddoto che vi racconto in questo post, che ha per oggetto le scritte sui muri di Pompei.
Sul fatto che i graffiti rappresentino uno specchio parziale ma fedele di usi e costumi nell’ambito di una società, non c’è dubbio, se poi queste scritte hanno migliaia di anni, si intuisce l’enorme valore storico che evidentemente assumono agli occhi dei contemporanei, per i quali testimoniano pensieri, pareri e abitudini di uomini vissuti molto tempo prima.
Le tante scritte rimaste intatte sui muri degli edifici di Pompei, perfettamente visibili ancora oggi, ci informano su quali fossero le speranze, i rancori, gli amori e gli umori dei suoi abitanti, ma una mi ha particolarmente colpito per l’ironia dimostrata dal suo ignoto autore, e ve la riferisco di seguito.
La frase non è firmata, ma è ovvio che si trattava di un cittadino che non condivideva l’abitudine di scarabocchiare pareti, oppure non ne apprezzava i contenuti, poiché scrisse:
“Mi meraviglio, o muro, che tu non sia crollato sotto il peso di tante sciocchezze”.
Non si saprà mai chi fosse e come si chiamasse, ma scommetterei sulla sua simpatia.
Nella foto sopra invece, un’altra esilarante scritta lasciata su un vecchio muro romano: in essa si invoglia uno studente mediocre (asino) ad impegnarsi di più.