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Scoperta truffa da oltre mezzo milione per borse di studio a Torino

Immagine che rappresenta la truffa delle borse di studio a Torino

Indagine della guardia di finanza su borse di studio universitarie e contratti fittizi

Un’operazione complessa

La guardia di finanza di Torino ha recentemente portato alla luce una truffa di notevoli proporzioni, che ha coinvolto oltre mezzo milione di euro destinati a borse di studio universitarie. L’indagine, denominata “Fake Home”, ha rivelato un sistema fraudolento che ha permesso a ottanta studenti, per lo più di origine straniera, di ottenere indebitamente fondi pubblici e agevolazioni fiscali. La somma esatta scoperta ammonta a 513.522,95 euro, finanziata anche attraverso risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Il meccanismo della truffa

Il modus operandi dei truffatori era piuttosto ingegnoso. Gli studenti, in gran parte iraniani, indiani e pachistani, si sono avvalsi di contratti di locazione falsi per dimostrare la loro residenza e ottenere così le borse di studio. In particolare, il proprietario di un immobile, un uomo di 37 anni di origine ucraina, ha affittato i suoi appartamenti a 66 studenti, certificando pagamenti per affitti che in realtà non avvenivano. In cambio, riceveva tra i 500 e i 600 euro per ogni contratto fasullo, permettendo agli studenti di richiedere le borse di studio.

Le conseguenze legali

Le autorità hanno già preso provvedimenti nei confronti di 23 studenti, denunciati per indebite percezioni di erogazioni pubbliche, mentre altri 47 hanno ricevuto sanzioni amministrative per un totale di 404.544,61 euro. Inoltre, undici studenti sono stati esclusi dalle graduatorie per il prossimo anno accademico dopo aver tentato di ottenere ulteriori borse di studio. Tra i denunciati figurano anche due proprietari di immobili e un intermediario, che fungeva da mediatore linguistico e facilitava il contatto tra studenti e proprietari.

Un fenomeno preoccupante

Questa vicenda solleva interrogativi sulla gestione delle borse di studio e sull’efficacia dei controlli da parte degli enti preposti. L’Edisu, l’ente regionale per il diritto allo studio universitario del Piemonte, si trova ora a dover affrontare una situazione delicata, in cui la fiducia degli studenti e delle famiglie potrebbe essere compromessa. È fondamentale che vengano attuate misure più rigorose per prevenire simili frodi in futuro e garantire che le risorse pubbliche siano destinate a chi ne ha realmente diritto.