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Scoperta shock nel porto di Genova: un ragazzino nascosto in un furgone

Un ragazzino trovato nascosto in un furgone a Genova

La polizia arresta un uomo sospettato di traffico di minori dopo la scoperta di un bambino nel veicolo.

Un ritrovamento inquietante

Un episodio inquietante ha scosso il porto di Genova quando la polizia di frontiera ha scoperto un ragazzino di 13 anni rannicchiato nel vano portaoggetti di un furgone. Il veicolo, appena sbarcato, era guidato da un uomo di 44 anni di origine marocchina, che non è riuscito a fornire spiegazioni plausibili su come il minorenne fosse finito nel suo mezzo. Questo ritrovamento ha sollevato seri interrogativi sulle modalità di trasporto e sul possibile coinvolgimento in attività illecite.

Un sospetto di traffico di minori

Le indagini hanno portato gli inquirenti a sospettare che l’autotrasportatore faccia parte di una rete organizzata che gestisce il ricongiungimento illegale di minori con familiari residenti in Veneto. L’uomo, infatti, era diretto a Verona con un carico apparentemente innocuo di materassi e altri oggetti. Tuttavia, la presenza del ragazzino, insieme a una serie di telefonini e schede sim, ha destato l’attenzione degli agenti, che hanno trovato anche una somma di duemila euro in contanti a bordo del veicolo.

Un precedente inquietante

Questo non è il primo caso di questo tipo a emergere nel porto di Genova. Gli investigatori hanno richiamato alla memoria un episodio simile avvenuto nei mesi scorsi, quando un altro trasportatore, anch’esso proveniente da Tangeri e diretto a Verona, era stato trovato con un ragazzino nascosto nel vano del furgone. Questi eventi hanno sollevato un campanello d’allarme sulle modalità di trasporto dei minori e sulla necessità di intensificare i controlli nei porti e lungo le rotte di trasporto.

Le conseguenze legali

Il pubblico ministero Luca Monterverde ha disposto l’arresto dell’autotrasportatore, la cui detenzione è stata convalidata in sede di giudizio direttissimo. Tuttavia, il giudice ha deciso di ordinare la scarcerazione dell’uomo, imponendogli il divieto di dimora a Genova. Questa decisione ha suscitato preoccupazioni tra gli attivisti per i diritti dei minori, che chiedono misure più severe contro il traffico di esseri umani e la protezione dei minori vulnerabili.