Non ci saranno cambiamenti significativi nella gestione della politica migratoria da parte del Ministero dell’Interno, nonostante la recente sentenza della Cassazione che ha obbligato il governo a risarcire i migranti eritrei a bordo della nave Diciotti, per i sei giorni in cui furono trattenuti in mare nel 2018. Per il Viminale, infatti, questa sentenza è ritenuta “ininfluente” per ciò che concerne l’operato attuale.
Sentenza Cassazione sui migranti: il Viminale conferma l’immutabilità della gestione dell’immigrazione
La decisione della Cassazione, con le sue sezioni unite, ha accolto il ricorso di un gruppo di migranti eritrei e ha stabilito che il governo dovrà risarcirli per i giorni trascorsi in mare. Tuttavia, il Viminale ha sottolineato che la gestione dell’immigrazione irregolare, compresa l’assegnazione dei porti di sbarco e la collaborazione con i paesi di partenza e transito, come la Tunisia e la Libia, non subirà modifiche. La lettura della sentenza fornita dal ministero si basa su un’analisi tecnica che conferma l’assenza di impatti concreti sul lavoro quotidiano del Viminale.
Il risarcimento, come precisato, dovrà essere determinato dalla Corte d’Appello, in un successivo procedimento legale. Sebbene la Cassazione abbia fissato un principio, la questione non è ancora risolta. Il Viminale, infatti, attenderà l’esito di ulteriori valutazioni per determinare l’entità del risarcimento e se vi sia un danno concreto, considerando che i migranti sono stati salvati in acque internazionali e ospitati a bordo di una nave militare italiana, dove sono stati rifocillati e assistiti durante l’emergenza.
Viminale, sentenza migranti: la Cassazione accoglie ricorso, ma nessun impatto sulle politiche di immigrazione
Il Viminale ha anche osservato che, pur non condividendo il principio espresso dalla sentenza della Cassazione, la decisione giuridica non è definitiva. La causa, infatti, era stata respinta in primo grado e in appello, e lo stesso procuratore generale aveva richiesto il rigetto del ricorso. Tuttavia, la Cassazione ha escluso che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco possa considerarsi un atto politico esente da controllo giurisdizionale. I giudici hanno inoltre sottolineato che lo sbarco dei migranti deve avvenire “nel più breve tempo ragionevolmente possibile”.
La gestione dell’immigrazione rimarrà invariata, almeno per quanto riguarda le linee politiche e operative già in atto.