Nella giornata odierna, Uber ha deciso di fermare temporaneamente i propri servizi in Italia, affiancandosi alla mobilitazione delle imprese di noleggio con conducente (Ncc) contro il decreto interministeriale n.226 firmato da Matteo Salvini e Matteo Piantedosi.
Sciopero Ncc: tensioni con Salvini, Uber aderisce alla mobilitazione
Tra le città coinvolte nelle proteste figurano Milano, Torino, Roma e Palermo. Il decreto prevede misure come l’obbligo di un foglio elettronico con i dati di passeggeri e conducente e impone una pausa di 20 minuti nei viaggi con partenza fuori dalla rimessa, una norma già bocciata dalla Corte Costituzionale nel 2020. Inoltre, vieta l’intermediazione di agenzie turistiche e alberghi per la prenotazione dei servizi.
Uber ha criticato il provvedimento, definendolo un “allungacode” che rischia di triplicare i tempi di attesa per una corsa.
Dal Ministero dei Trasporti, Salvini ha espresso rammarico per la scelta della multinazionale, definendo le nuove norme un necessario contrasto alle irregolarità nel settore.
Sciopero Ncc: contro i decreti di Salvini, Uber si unisce alla mobilitazione
Tuttavia, le associazioni Ncc non arretrano e hanno già annunciato un ricorso al TAR, denunciando il decreto come una limitazione alla libera concorrenza e un vantaggio per la corporazione dei taxi.
I sindacati dei taxi, dal canto loro, respingono le critiche, accusando le strutture Ncc di rifiutare qualsiasi regolamentazione. Il clima resta teso, con un’ulteriore giornata di sciopero generale proclamata per domani.
Secondo Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti, la protesta mira a evidenziare le difficoltà crescenti imposte al settore, auspicando un futuro in cui i taxi rappresentino l’unica alternativa possibile per gli utenti.