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Un venerdì di disagi e proteste
Il recente sciopero generale indetto dall’Unione sindacale di base (Usb) ha scatenato una serie di disagi in tutto il Paese, evidenziando un clima di crescente tensione sociale. Nonostante la precettazione da parte del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, e la successiva bocciatura dell’ordinanza da parte del Tar del Lazio, l’astensione dal lavoro è rimasta in vigore per 24 ore, con adesioni significative che, tuttavia, non hanno bloccato completamente il Paese. Le manifestazioni si sono svolte in diverse città, con episodi di violenza e scontri, come quello avvenuto a Torino durante un corteo studentesco.
Le reazioni del governo e dei sindacati
Il vicepremier Salvini ha denunciato l’ennesimo venerdì di caos, sottolineando che le manifestazioni non sono solo un momento di protesta, ma anche un’occasione per atti di violenza e danneggiamenti. In risposta, l’Usb ha accusato il ministro di essere inadeguato, affermando che i disagi per gli utenti sono una costante quotidiana. Salvini ha ribadito l’intenzione di rivedere la legge sullo sciopero, considerandola un’arma di scontro politico piuttosto che uno strumento di tutela per i lavoratori. Questa posizione ha suscitato forti reazioni, in particolare dalle Comunità ebraiche, che hanno espresso sconcerto per le motivazioni alla base delle manifestazioni, accusando di antisemitismo alcuni slogan utilizzati durante le proteste.
Le richieste dei manifestanti
Nel volantino distribuito durante lo sciopero, l’Usb ha chiesto di fermare la manovra del governo e di dire “no all’economia di guerra”, chiedendo invece un aumento di salari e pensioni e una maggiore sicurezza sul lavoro. A Roma, circa 5.000 persone hanno partecipato al corteo, che ha visto sfilare bandiere e striscioni contro il governo Meloni. Gli attivisti hanno dichiarato: “Il terrore che il governo aveva a farci sfilare è la nostra vittoria. Noi non ci arrendiamo. Questa è la nuova resistenza”, sottolineando la presenza di diverse categorie sociali unite nella protesta.
Disagi nei trasporti e impatti sul pubblico
Il giorno dello sciopero ha portato a significativi disagi nei trasporti pubblici, con chiusure di linee metropolitane e cancellazioni di treni. A Roma, le linee A e C della metropolitana sono rimaste ferme, mentre a Milano la linea 1 e una funicolare a Napoli hanno subito interruzioni. I pendolari hanno affrontato ritardi e cancellazioni, con picchi di attesa che hanno raggiunto i 100 minuti in alcune tratte. Lo sciopero nel settore ferroviario si concluderà alle 21 di stasera, mentre il settore aereo si mobiliterà il 15 dicembre, promettendo ulteriori disagi per i viaggiatori.