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Scientifica afferma: "Ci furono altri ingressi nella stanza di Pantani prima del nostro" | Tonina, madre di Pantani: "Mi auguro che la procura agisca con cuore"

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Il caso della morte del ciclista Marco Pantani, trovato morto nel 2004 a Rimini, continua a suscitare dubbi. Membri della polizia scientifica affermano che altre persone sono entrate nella stanza prima di loro. Questo dettaglio è al centro di un'indagine sulla possibile connessione della morte di Pantani con associazioni mafiose e scommesse illegali. Intanto, la procura di Trento indaga su una possibile manipolazione dei campioni di sangue di Pantani nel 1999, quando fu escluso dal Giro d'Italia. Nuovi documenti relativi alla sua squalifica sono stati recentemente ricevuti dalla procura di Forlì. Inoltre, vi sono sospetti che la mafia potesse perdere miliardi a causa di scommesse illegali se Pantani avesse vinto la gara. Nonostante la versione ufficiale attribuisca la sua morte a un mix di droghe e farmaci, ci sono molte discrepanze nel caso, come le condizioni della stanza e le ferite sul corpo di Pantani.

Il caso della morte del ciclista Italiano più amato, trovato senza vita in un appartamento a Rimini nel 2004, continua a generare misteri. Il fatidico giorno di San Valentino, vent’anni fa, fu la data dell’addio a Marco Pantani, trovato morto in un alloggio del residence Le Rose a Rimini. Gli ufficiali della polizia scientifica ricordano, “Ricevemmo ordini di aspettare all’esterno”, sottolineando un particolare rilevante: “Altri erano entrati nella stanza prima di noi dove Pantani perse la vita”. Tali dettagli sono stati esaminati dalla agenzia di stampa La Presse nel contesto dell’indagine per “Associazione di malfattori con connotazioni mafiose dedicata alle scommesse illegali e correlata alla morte del ciclista”. La procuratrice Patrizia Foiero sta indagando su questa teoria e, come riportato, ha ascoltato una decina di soggetti informati sui fatti. Gli stessi ufficiali richiamano l’attenzione sull’insolita precedenza di altri alla scientifica nell’accesso all’area sospetta dove fu trovato il cadavere del Pirata. “I primi a entrare dovrebbero essere gli specialisti della scientifica, correttamente equipaggiati con copriscarpe, guanti e tute”, affermano gli ufficiali. La catastrofica fine di Marco Pantani ha un esatto punto di partenza: la mattina del 5 giugno 1999 quando il ciclista più in vista del mondo fu escluso dopo un prelievo ematico. Allora il Pirata stava dominando il Giro d’Italia (era avanti di sei minuti con solamente due tappe rimanenti), ma fu fermato dopo la vittoria a Madonna di Campiglio (Trentino).

A prima mattina, precisamente alle 6.30, i funzionari dell’Unione Ciclistica Internazionale fecero visita a Marco al secondo piano dell’Hotel Touring situato a Madonna di Campiglio, camera numero 27. Un sospetto incombe sulla procura di Trento, ovvero che le guide di sangue di Pantani potrebbero essere state “manipolate”, presumibilmente dalla camorra. Il fatto che non sia stato garantito un anonimato sicuro (la provetta contenente il sangue del famoso ciclista portava il numero 11440 ed era visibile a tutti) non aiuta a mettere a tacere questi dubbi. Pantani, da parte sua, ha sempre sostenuto che qualcosa di poco chiaro sia successo a Campiglio.

L’avvocato Fiorenzo Alessi, difensore della madre di Pantani, Tonina Belletti, ha informato La Presse che c’è un’indagine in corso da parte della procura e della polizia. La procura di Trento ha recentemente ricevuto nuovi documenti dalla procura di Forlì relativi alla squalifica di Pantani dal Giro del 1999. I sospetti riguardano l’alterazione dei test antidoping del mattino del 5 giugno.

“Dagli atti, se esaminati attentamente, si deduce che quel controllo potrebbe non essere stato eseguito in conformità con la legge, con azioni che avrebbero potuto influire sui campioni del sangue”, ha aggiunto Alessi. Lui spera in un’indagine rigore di tutte le circostanze da parte di magistratura.

Tonina, madre del famoso ciclista, ribadisce con sfogo tutto il suo dolore nei confronti di quest’inchiesta su Tgcom24: “Mi auguro che la procura di Trento prenda a cuore la mia causa e cerchi chi mi ha sottratto il tesoro più prezioso che possedessi: mio figlio”.

I leader della Camorra dei Casalesi, insieme ai boss di Afragola, Portici e l’alleanza di Secondigliano, si erano uniti per gestire le scommesse. Il successo del ciclista Pantani avrebbe potuto costare alla mafia diversi miliardi a causa delle scommesse illegali che stavano gestendo. Questo avrebbe portato a un possibile fallimento, come riportato da un capo clan di Mondragone diventato pentito. Questi commenti rimanenti sono stati integrati con quelli del pentito Renato Vallanzasca, a cui era stato consigliato di scommettere sul fatto che Pantani sarebbe stato escluso dal Giro. Pantani fu trovato morto nella sua stanza nel residence denominato “Le Rose”, a Rimini, nel febbraio 2004, che da allora è stato demolito. Nonostante la versione ufficiale attribuisca la sua morte a un mix di droghe e farmaci, ci sono molte discrepanze nel caso. La sua stanza era in disordine, con i mobili mossi o rotti e il filo dell’antenna della TV legato come un cappio. Il corpo presentava inoltre diverse ferite. Un video di oltre due ore mostra solo 51 minuti e a un certo punto compare una palla di cocaina accanto al corpo. Queste discrepanze sono state rilevate dalla Commissione parlamentare antimafia come descritto nel documento “risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani ed eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999”.

La Commissione antimafia conclude dichiarando che, al fianco della zona in cui è stato scoperto il corpo, non sono state identificate impronte digitali. Questo accade nonostante la rilevante quantità di sangue presente, che sarebbe dovuto essere analizzato per verificarne a chi appartenesse, come evidenziato anche nelle fotografie forensi.