Bari, 16 feb. (Adnkronos Salute) – "Io credo che il nostro Ssn, che rimane uno dei migliori del mondo, abbia bisogno di una revisione perché sono passati 45 anni. Nel frattempo è cambiato il mondo della salute, c'è tanta innovazione tecnologica che va seguita, soprattutto c'è una popolazione che per fortuna vive di più ma vive spesso affetta da malattie cronico-degenerative. Per questo motivo bisogna da subito investire in prevenzione, vedere la spesa sanitaria non come una spesa ma come un investimento nel futuro della salute dei cittadini e soprattutto sfruttare al meglio i fondi che ci sono del Pnrr per avere finalmente una medicina territoriale affidabile e puntare sulla telemedicina e su tutto ciò che riguarda le nuove possibili terapie”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci a margine dell'evento ''Un grande impegno per la salute", promosso dal ministero della Salute oggi a Bari.
"Sulla sicurezza dei medici e degli operatori sanitari – continua il ministro- siamo già intervenuti lo scorso anno nel cosiddetto Decreto bollette aumentando le pene per chi commette atti violenti contro gli operatori sanitari. Io credo però, e l’ho sempre detto, che non è solo un problema di pene, è un problema culturale. Quando una persona si rivolge a un medico, a un infermiere, deve capire che chi indossa un camice bianco sta offrendo aiuto e cure. Ad allarmare è anche il dato di genere: il 70% delle aggressioni, anche verbali, contro gli operatori sanitari, colpisce le donne. Quindi è qualcosa di inaccettabile, di indicibile che va affrontato, anche dal punto di vista culturale”.
"La carenza di personale – sottolinea il ministro- è un tema sentito nei prossimi tre anni, soprattutto come sapete per quanto riguarda i medici ci sarà la cosiddetta gobba pensionistica. Stiamo lavorando su questo. Vorremmo entro quest’anno abolire il tetto di spesa assunzionale che da anni esiste e che nessuno, da 15 anni ha mai pensato di abolire. Questa è una delle prime intenzioni che abbiamo, sulle quali stiamo lavorando, nel primo giorno che ci siamo insediati al ministero". "Analogo problema, ancora più grave – ha aggiunto Schillaci – se guardate i dati Ocse, riguarda il personale infermieristico che manca non solo in Italia ma anche negli altri Paesi, come il Giappone e gli Stati Uniti. Quindi credo che lì sarà necessario cercare di far venire i professionisti dall'estero" ma "lavorare anche in modo che il mestiere così importante dell'infermiere venga rivalutato, tenendo conto che oggi sono persone che studiano spesso tre anni o cinque anni e che quindi meritano un'attenzione particolare sia in termini economici che in dimensioni lavorative” .
La sanità oggi spesso è una sanità con le luci ombre, non solo in Puglia ma in tante altre Regioni italiane. Quindi io spero vivamente, nell'interesse di tutti i cittadini, che le Regioni che magari facciano di più, riescano a superare questi problemi che ci sono, di natura spesso organizzativa. E ribadisco ovviamente che da parte del Ministero c'è sempre attenzione e disponibilità nell'interesse soprattutto, ripeto, di chi vive in determinate Regioni e dare il supporto qualora richiesto". Conclude Schillaci
“Il pronto soccorso – continua- dall'inizio è stato un oggetto della nostra azione di governo. L'anno scorso, nel decreto Bollette abbiamo aumentato l'indennità per il pronto soccorso” come “un lavoro usurante, questo vuol dire avere ovviamente un vantaggio pensionistico per tutti gli operatori del pronto soccorso. Ma il disagio che si vive al pronto soccorso può essere superato solo rafforzando la medicina territoriale. Bisogna offrire alle cittadine e ai cittadini la possibilità, quando hanno un problema, di non andare solo al pronto soccorso. Su questo ci sono gli investimenti importanti del Pnrr per la medicina territoriale. La sfida è proprio far sì che finalmente possiamo avere una medicina territoriale efficiente, che è stato il vero tallone d'Achille dell'Italia durante la pandemia. Questo ridurrà sicuramente anche l'accesso al pronto soccorso”.
Sulle liste d'attesa, il ministro ricorda: “Intanto dobbiamo avere i dati, dobbiamo sapere con accuratezza, su questo stiamo lavorando con il Ministero, con Agenas per avere finalmente i dati. In questo ci devono aiutare le regioni sul vero tempo di attesa per alcune prestazioni, perché se noi vogliamo agire in maniera efficace dobbiamo capire quali prestazioni in quali siti hanno una lista d'attesa che è inaccettabile”.
Bisogna che “nelle regioni ci sia un unico gruppo di prenotazione regionale – ha ricordato il ministro – che metta insieme la sanità pubblica e la sanità privata convenzionata. Poi è importante, credo, anche la presa in carico del singolo paziente: non deve essere il paziente a cercare la prestazione”. "Infine abbiamo necessità assoluta, in questo forse ci può aiutare anche l'intelligenza artificiale, di avere una migliore appropriatezza prescrittiva, perché – ha concluso – noi dobbiamo fare nei tempi utili gli esami necessari a chi ne ha veramente bisogno”.
Ed ancora, sulla medicina difensiva: “Lo scudo penale è un qualcosa che sicuramente gli operatori sanitari si aspettavano. Io faccio il medico, se a un medico, un infermiere, un operatore sanitario, arriva a un avviso di garanzia, è una tragedia. Oltre a un malessere personale, familiare e spese aggiuntive poi, nel 98% dei casi, le cause penali finiscono in nulla", ma questo avviso "provoca soprattutto spesso un ricorso alla cosiddetta medicina difensiva completamente inutile. Da medico e da ministro che lo scudo penale non toglie nulla ai cittadini, perché i cittadini potranno comunque rivalersi in sede civile. È uno strumento utile soprattutto per i cittadini perché se noi andiamo ad eliminare le prescrizioni inutili ci sono alcuni strumenti che dimostrano che addirittura la medicina difensiva può pesare intorno ai 10 miliardi l'anno: parliamo del 7-9% di quello che è il Fondo Sanitario Nazionale e questo permetterebbe di risolvere, in maniera significativa, quello che sono i problemi della sanità italiana”.
Infine .“Il G7 della salute si svolgerà ad Ancona nella seconda settimana di ottobre. Abbiamo tematiche molto importanti. Intanto daremo spazio anche all'interno del G7 all'intelligenza artificiale che è uno dei topic più importanti. Ci occuperemo di ‘preparedness’, cioè di possibili emergenze perché su questo c'è un lavoro già iniziato nel G7 precedente, che era stato condotto dal Giappone, per far capire come poi i sistemi sanitari siano interconnessi tra di loro: se c'è un'emergenza non può che essere un'emergenza globale”. Tra i temi al centro dell’attenzione spicca “l’antimicrobicoresistenza che è la vera pandemia, non del domani, ma dell'oggi, e sul quale bisogna intervenire e agire rapidamente. E parleremo poi anche di innovazione tecnologica perché è un problema che riguarda sia l'uomo che l'animale. Su questo, ha ricordato il ministro, “l'anno scorso abbiamo messo molti soldi oltre 50 milioni. Questa è la vera sfida da affrontare da subito perché è quella che tanti chiamano la pandemia silente sul quale però dobbiamo avere da subito delle risposte concrete”. A tale proposito il ministro ha ricordato la necessità di “un discorso culturale importante”.
Infine, in chiusura, Schillaci ha richiamato l’attenzione sulla necessità di “fare uno sforzo comune – il governo, le regioni – per dare una risposta ai cittadini”.