> > Schillaci, 'inefficienze indegne, i soldi ci sono e le Regioni li usino&...

Schillaci, 'inefficienze indegne, i soldi ci sono e le Regioni li usino'

featured 1965287

Milano, 6 giu. (Adnkronos Salute) - "Mi fanno sorridere le accuse della Schlein sull'assenza di coperture al decreto che taglia le liste di attesa. Le nostre ci sono e hanno tanto di bollinatura del Mef", mentre "quelle del suo disegno di legge che vorrebbe portare il Fondo sanit...

Milano, 6 giu. (Adnkronos Salute) – "Mi fanno sorridere le accuse della Schlein sull'assenza di coperture al decreto che taglia le liste di attesa. Le nostre ci sono e hanno tanto di bollinatura del Mef", mentre "quelle del suo disegno di legge che vorrebbe portare il Fondo sanitario al 7,5% del Pil finanziandolo con la lotta all'evasione sono state sonoramente bocciate dal Centro studi della Camera. Anche se nessuno lo dice". Comincia così l'intervista rilasciata a 'La Stampa' dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, per assicurare ai cittadini che i soldi contro le attese in sanità ci sono e per ricordarlo alle Regioni lanciando loro un richiamo: "Sono protagoniste nel Servizio sanitario nazionale – afferma – ma ci tengo a dire che, tolte alcune in cui si fa davvero un buon lavoro, ce ne sono altre che proprio grazie al decreto dovranno finalmente mettere i dirigenti davanti alle loro responsabilità. Non verso il ministero, ma verso i cittadini a cui non vengono garantite le prestazioni, soprattutto per inefficienze organizzative davvero indegne".

Le coperture ci sono, ripete Schillaci. "Tanto per cominciare, per gli straordinari" dei medici detassati "ci sono 250 milioni di copertura, vidimata dal Mef". E poi c'è "una lunga lista di soldi già assegnati alle Regioni, vincolati all'abbattimento delle liste di attesa. Di quelli stanziati nel 2022, ci sono 100 milioni ancora non spesi. Poi c'è lo 0,4% del Fondo sanitario, oltre 500 milioni, che l'ultima Manovra stanzia proprio per aggredire le liste di attesa. E per aumentare l'offerta da parte del privato convenzionato, che sempre per conto del pubblico agisce, il tetto di spesa è aumentato di 123 milioni nel 2024, 370 milioni nel 2025 e quasi 500 nel 2026", elenca il ministro. "Direi che dovrebbero bastare. E comunque – precisa – il decreto prevede non possano essere utilizzati per altro. E poi nel Ddl c'è un altro aumento del tetto dei privati che contiamo diventi operativo nel 2025".

"I provvedimenti che abbiamo varato sono il frutto di un lungo lavoro portato avanti da un tavolo al quale hanno partecipato associazioni degli operatori sanitari, dei cittadini e un rappresentante delle Regioni che è stato presente a tutti agli incontri", rivendica Schillaci. Sulle risorse si aspettava minore rigidità dal ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti? "Giorgetti – risponde – fa la sua parte di custode dei conti pubblici. Grazie anche al Superbonus, da inizio pandemia l'Italia ha accumulato altri 300 miliardi di debito e con questi numeri qualunque Governo deve fare i conti. Nel decreto ci sono i soldi che potevamo mettere e comunque abbiamo inserito le norme più importanti per i cittadini e per nessun altro. Perché io non sono candidato da nessuna parte e non faccio spot elettorali a nessuno", puntualizza. "Tra 6 mesi – auspica il ministro – vedremo i primi risultati delle norme che abbiamo approvato. Ma ognuno deve fare la sua parte: Governo, Regioni, Asl, medici e anche i cittadini. E ora i compiti sono chiari, per legge".

Dopo che il tetto di spesa per il personale verrà aumentato quest'anno per essere abrogato il prossimo, le Regioni saranno libere di assumere? "Sì – conferma Schillaci – ma non a casaccio. Perché se da un lato abbiamo abolito un vincolo anacronistico che nessuno aveva tolto in 20 anni, dall'altro con l'Agenas stiamo mettendo a punto un sistema per valutare i fabbisogni di personale, caso per caso, in modo da immettere forze fresche dove ce ne è effettivamente bisogno".

Presso l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ricorda il ministro, è prevista anche una piattaforma nazionale per il monitoraggio delle liste d'attesa. Perché "fino ad oggi nessuno ha pensato di rilevare con dati certi la dimensione del fenomeno – rimarca – precludendosi così anche la possibilità di intervenire dove necessario. Poi presso il ministero viene creato un organismo di controllo con potere anche ispettivo. Dove ci sono irregolarità" nel rispetto delle nuove regole, assicura Schillaci, "scatteranno sanzioni".