Le ultime indiscrezioni su quello che sarà il comportamento del cda Rai sul programma di Fazio e Saviano non sono affatto incoraggianti: non incoraggiano a sperare che la Rai tuteli il suo principale canale di approfondimenti politici e culturali, il terzo, né tanto meno a sperare che inizi a tutelare i suoi stessi interessi economici, salvaguardando gli investimenti canonici dei famosi contribuenti, e difendendo i programmi che registrano o che sono destinati a registrare gli share più alti in assoluto.
La storia recente ci insegna che la Rai può fare questo ed altro. Che la politica della Rai segua le politiche del governo è un fatto a cui purtroppo siamo assuefatti da tempo, anche se negli ultimi anni la cosa sta evidentemente diventando un problema imbarazzante poiché solleva una serie di contraddizioni, come quelle sopra citate, che distruggono totalmente la credibilità di un servizio pubblico di carattere culturale.
Considerate queste premesse, enormi e piuttosto imbarazzanti, come si diceva, verrebbe anche voglia di avere un punto di vista maggiormente delineato da parte dei diretti interessati, Fazio e Saviano.
Mi spiego meglio: se è comprensibile la voglia trapelata dallo staff dei due, nonostante tutto, di fare il proprio dovere e mostrarsi forti e preparati al braccio di ferro, pretendendo rispetto senza alcuna censura, è altrettanto incomprensibile che non si sollevi sdegnata e forte la voce dei protagonisti nell’indicare i diretti responsabili di questo sfascio aziendale. Siamo ancora nell’ambito delle minacce vociferate e non ancora concretizzate, va bene; ma di fronte alla minaccia di eliminare puntate che riguardano esclusivamente temi cari al governo non si può continuare a far la lotta contro fantomatiche forze non meglio identificate, contro mulini a vento a cui nessuno vuole più dare un nome.
Alcune contraddizioni andrebbero affrontate e risolte, Luttazzi docet: non si può scrivere per Mondadori e pensare di poter toccare certi temi, non si può lavorare in Rai e pensare di non essere imbavagliati prima o poi…
In ogni caso tanti auguri di buon lavoro a Roberto e a Fabio.