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La protesta degli studenti dei collettivi de La Sapienza è iniziata questa mattina quando due ragazze si sono incatenate sotto alla sede del rettorato e si è conclusa questa sera con scontri, feriti e due fermi.
Scontri tra polizia e studenti a La Sapienza: diversi gli arresti
Circa 200 manifestanti a La Sapienza hanno forzato il blocco della polizia: spintoni, qualche fumogeno lanciato insieme a “bombette” di vernice. Prima della colluttazione serale, quando il corteo ha provato a uscire dall’ateneo, e, secondo quanto riferisce l’Adnkronos, ha malmenato un dirigente del commissariato interno all’università.
Uno dei partecipanti al corteo è saltato su un’auto di servizio della Polizia di Stato, e per tale motivo è stato arrestato.
I manifestanti inoltre hanno danneggiato anche due autovetture del personale di vigilanza interna dell’Università al di fuori del Rettorato.
Successivamente molti manifestanti hanno tentato di fare irruzione nel Commissariato Università, senza riuscirvi. In questa circostanza, i manifestanti sono stati fronteggiati dagli agenti in servizio, un dirigente della Polizia di Stato è stato aggredito da un manifestante, che è stato tratto in arresto.
Le parole del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini
«È vergognoso. La protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione. La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contesto internazionale. La ricerca non si boicotta».
Il fermo degli studenti nella protesta a La Sapienza
«Durante il corteo hanno fermato due compagni, vogliamo raggiungere la questura ma la polizia ci impedisce di passare e carica gli studenti. Quindi, aggiungono: la risposta del Senato alle nostre richieste è vergognosa. E sono vergognose le cariche della polizia. Ancora una volta la nostra università si rifiuta di ascoltare gli studenti e le istituzioni rispondo alle nostre proteste con violenza e repressione. Ma non sarà questo a fermarci».