Teresa Mannino, co-conduttrice della terza serata, si è resa protagonista, sul palco dell’Ariston, di un monologo che ha coinvolto il pubblico e ha fatto anche riflettere.
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Sanremo: il monologo di Teresa Mannino
“Allora ragazzi siamo nel 2024, ma ragioniamo come 2500 anni fa” ha esordito così l’attrice siciliana, che ha continuato: “Vi dico quale è la mia teoria: nel V secolo avanti Cristo il filosofo greco Protagora diceva che l’uomo è misura di tutte le cose, oggi potremo dire l’uomo bianco, ricco e occidentale, è misura di tutte le cose. Solo che l’uomo questa misura l’ha proprio persa. Ma poi perché l’uomo e non le donne? Io le vedo sempre indaffarate le donne, non era meglio l’essere umano, o meglio l’animale umano, perché noi siamo animali, non ce lo dobbiamo dimenticare, ogni volta che vedo mio cognato non me lo dimentico“. La co-conduttrice ha poi continuato con un riferimento al mondo animale: “Noi abbiamo il 50% del nostro patrimonio genetico uguale alle banane, con le scimmie, scimpanzé e altri primati abbiamo in comune il 98% del nostro patrimonio genetico, solo che questa informazione non è molto diffusa perché gli scimpanzé non vogliono farlo sapere. Noi siamo presuntuosi perché parliamo, ma gli animali hanno un altro modo di comunicare. Noi siciliani quando arriva uno dal Nord gli parliamo in siciliano e se non capiscono diciamo ‘questo è cretino’. La stessa presunzione l’abbiamo nei confronti degli altri essere viventi, ma loro comunicano in altro modo, gli animali col corpo, con i suoni, ad esempio i babbuini si salutano strizzandosi il pene e con questo semplice gesto acquisiscono tante informazioni, non hanno bisogno di chiedere quanti anni hai, capiscono anche la possibilità a collaborare.”
“Dovremmo copiare la società delle formiche”
“Nell’antico testamento Giobbe dice ‘interroga gli animali e ti insegneranno‘. Io ho interrogato le formiche taglia foglia, loro coltivano come noi, loro coltivano funghi, perché gli piacciono assai, fanno agricoltura da 50 milioni di anni e non hanno rovinato niente, noi facciamo agricoltura da 10mila anni e abbiamo sfinito il mondo. La società delle formiche taglia foglia ha una regina madre, i maschi sono una piccola minoranza, la regina madre sceglie il sesso dei nascituri e quali sceglie? Femmine. I maschi nascono una volta all’anno per proseguire la specie, hanno il compito di fare questo volo nuziale e poi muoiono. Ma quanto sono avanti? Non hanno problemi con gli ex, come va con quello? È morto. E con quello di adesso? Questione di ore“. Poi conclude: “Gli animali umani preferiscono il potere, sugli uomini, sulla natura. Anche a me piace il potere, ma il potere di, che è tutta un’altra cosa, il potere di farvi ridere, di vestirmi di piume, di ballare in mezzo alla strada anche se mia figlia dice che la faccio vergognare. Non sono disposta a ignorare le storie che non sono ancora passate. Se non sono passate non è il momento di passare oltre“.
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