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Luca Jurman ha demolito quasi tutti i 30 cantanti in gara al Festival di Sanremo 2024.
Neanche a dirlo, ha bocciato gli ex talenti di Amici di Maria De Filippi, ma anche con gli altri artisti non è stato gentile.
Sanremo 2024: Luca Jurman demolisce quasi tutti i cantanti in gara
Il Festival di Sanremo 2024 è assolutamente deludente: questo è il pensiero di Luca Jurman. Intervistato da Fanpage, l’ex prof di Amici non ha risparmiato nessuno. A detta sua, quasi tutti i cantanti che sono saliti sul palco dell’Ariston hanno portato in scena uno spettacolo indegno.
La prima a finire sotto la sua lente di ingrandimento è stata Alessandra Amoroso:
“Su Alessandra sono talmente deluso. Questi ragazzi si sono fatti triturare. Cosa ti devo dire? Qui i fan mi si scateneranno contro ma io sono super partes. Sono fan solo della musica e dell’arte, per questo ho sacrificato la mia vita, non sono fan delle persone. Alessandra si è trattenuta, è sempre mediosa. Lei poteva fare veramente molto di più tecnicamente. Così è come vedere qualcuno che potrebbe essere ma non è. È un vorrei ma non posso. È un po’ la stessa cosa che vedo in Annalisa, ma anche nei The Kolors, Angelina Mango o Emma”.
Sanremo 2024: Luca Jurman ne ha una per tutti
In merito ad Annalisa, Luca Jurman ha esclamato: “Cosa dovrei pensare della performance di una che canta Fra Martino Campanaro?“.
Non solo, ha aggiunto che “non è più una ragazzina e dovrebbe fare cose di alto spessore artistico“. A suo dire, i cantanti di oggi devono “abbassarsi a fare musichette dozzinali”, altrimenti non fanno carriera. Le canzoni portate a Sanremo 2024 ne sono la prova. L’unica “decente” è Angelina Mango, mentre Il Volo sono “tra l’obsoleto e il banale”. E Loredana Bertè? Luca non ha dubbi: “fuori intonazione”, con “una canzone già sentita”.
Non solo Sanremo, Luca Jurman affossa anche Spotify
Jurman ha proseguito affossando Geolier, che non gli è piaciuto, e Mahmood, che ha portato in gara una canzone non adatta al Festival di Sanremo. Il Tre è “una roba inutile“, mentre Sangiovanni non lo considera nemmeno. Dai Negroamaro si aspettava di più e i Ricchi e Poveri hanno fatto “una brutta figura“. Nek e Renga in coppia non funzionano, ma insieme a Diodato sono stati i meno deludenti.
Infine, è arrivata una stoccata a Spotify:
“Per me dovrebbe chiudere domani mattina, perché è grazie a Spotify che c’è la morte della produzione discografica italiana. Spotify, che non paga un accidente chi fa questo mestiere, porta sempre di più a produrre canzoncine dozzinali. L’autotune è diventato la soluzione a tutti i problemi, perché in un pomeriggio sforni due hit trap. La classifica di Spotify non ha nessun senso. Basta rientrare nelle playlist per fare i numeri”.