Il Servizio Sanitario Nazionale, si sa, nasce proprio con l’idea di fornire nel nostro Paese cure mediche a chiunque, senza discriminazioni di genere, di anagrafe, ma soprattutto di reddito. Le interminabili liste d’attesa, però, costringono spesso le persone a rivolgersi al settore della sanità privata: in quel caso i costi salgono vertiginosamente.
Cure mediche, pubblico e privato: le rinunce degli italiani
Secondo l’ultimo rapporto dell’Aiop (Associazione Italiana ospedalità privata) in collaborazione con il Censis, addirittura il 42% dei pazienti ha dovuto (nell’anno 2023) procrastinare le visite mediche o addirittura rinunciare alle cure a causa del basso reddito. La fascia in questione è quella che considera le famiglie dal reddito uguale o inferiore ai 15 mila euro. Più del 36% delle persone, divise non equamente tra redditi bassi, medi e alti, hanno deciso di rinunciare invece adl altre spese per poter beneficiare di cure mediche adeguate alle proprie condizioni di salute.
Cure mediche, pubblico e privato: i numeri
Ma chi si rivolge di più al privato? La risposta parrebbe scontata, ma i numeri ci mostrano un quadro più chiaro. Parliamo, infatti, del 34,4% dei redditi più bassi, del 40,2% di quelli medio-bassi, del 43,7% dei medio-alti e del 41,7% dei più alti. Tra di loro, la maggioranza, ha scelto il privato perché le liste d’attesa per il pubblico erano troppo elevate.