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Sanità, a Torino debutta la spettrometria di massa 3.0

Monza, 9 apr. (askanews) – La Città della Salute e della Scienza di Torino sarà il primo istututo sanitario pubblico in Italia ad utilizzare la spettrometria di massa 3.0. A breve arriverà infatti una soluzione tecnologica di ultima generazione sviluppata da Roche Diagnostics in grado di automatizzare, integrare e standardizzare la spettrometria di massa.

“Praticamente lo strumento che Roche ha lanciato è una versione 3.0 della spettrometria di massa.

Ovverossia, da quella che è diffusa nei laboratori che prevede una grande manualità e una grande processività da parte dell’operatore, a una full automation – spiega ad askanews Marco Cantù, Caposervizio di Chimica Clinica, Responsabile del Laboratorio di Biochimica e Farmacologia e Coordinatore Biobanca dell’Ente Ospedaliero Cantonale di Bellinzona -. Quindi un robot che è in grado di leggere il tubo, pipettare, processare, e poi iniettare e analizzare: alla fine avremo un risultato quantificato e verificato tutto in una macchina. Questo permette oltre ad avere un processo che riduce enormemente i possibili errori umani nell’analisi, anche a una grande automazione e a una grande processività”.

Uno strumento innovativo, quello che nelle prossime settimane verrà installato nel laboratorio Biochimica Clinica dell’ospedale torinese. Una soluzione che renderà più semplice l’uso della spettrometria di massa per esami diagnostici sempre più precisi, accurati e personalizzati. Il tutto in tempi notevolmente più rapidi rispetto a quelli richiesti dalle tecnologie tradizionali.

“Ci permette di avere dei risultati molto più rapidamente, per cui di adeguare molto più velocemente i trattamenti che facciamo alle necessità di ogni singolo paziente – sottolinea Marco Merli, Dirigente di I livello specializzato in Malattie Infettive e Tropicali ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda – Permetterà di avere prontamente disponibili i dosaggi di tanti farmaci e di adeguare rapidamente le dosi che diamo, di essere più precocemente efficaci sulle terapie immunosoppressive o antibatteriche, e di limitare le eventuali tossicità correlate a un aumento inappropriato delle dosi”.

“Rispetto a tutte le tecnologie esistenti è in grado di passare da 5-10 risultati all’ora fino a 100 – gli fa eco Cantù -. Questo permette di riuscire ad analizzare molti più campioni e quindi di essere molto più utili al clinico perchè riusciamo a rispondere in tempi molto più brevi”.

La sfida di Roche è ambiziosa: rendere la spettrometria una pratica clinica di routine e perciò destinata a fasce sempre più ampie della popolazione. Il che può risultare decisivo soprattutto nella lotta contro l’antibiotico resistenza, fenomeno che vede l’Italia in cima alle classifiche europee.

“Se riusciamo a trattare in modo adeguato subito le condizioni infettive gravi – puntualizza Merli – possiamo trattarle più efficacemente e per meno tempo, quindi rischiando meno di selezionare resistenze”.

“Poter rispondere in tempi molto brevi, 24 su 24 7 giorni su 7 – assicura Cantù – è una grande innovazione e un grande vantaggio per il clinico, per il medico, ma anche per il medico di laboratorio nel risucire a rispondere a questa richiesta molto forte”.