Roma, 27 mar.
(Adnkronos Salute) – "La prevenzione è il pilastro della sostenibilità del sistema sanitario. Il problema è che noi guardiamo tanto, troppo, al finanziamento. Certo dobbiamo finanziarlo. Oggi siamo a 134 miliardi. Possiamo immaginare di arrivare a 152, 250 e così via? No, sicuramente no". Certo "dobbiamo finanziare l'offerta, ma bisogna intervenire sulla domanda, diminuirla, per esempio con la prevenzione. Gli stili di vita corretti riducono del 60% questa domanda. Il 40% delle malattie oncologiche è prevenibile attraverso stili di vita salutari, dati Aiom (Associazione italiana oncologia medica).
Ma dobbiamo partire dal prendersi cura della propria vita, partendo dal voler bene a se stessi. Quindi si comincia dall'allattamento al seno che fornisce la prima difesa passiva, gli anticorpi della mamma, e poi si continua con il Calendario della salute", dove "appuntare le date della vita" sanitaria. Accanto agli stili di vita come "il mangiare bene, bere con moderazione, fare attività fisica", per esempio, "tra i 10 ei 15 anni fare la vaccinazione Hpv, maschi e femmine, unica ad oggi utile ad eliminare un tumore", e così via "per gli screening" dove la donna "è più sensibile anche per le campagne di prevenzione dedicate".
Lo ha detto Francesco Vaia, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, nel suo intervento in occasione del '40esimo anniversario della Federazione italiana società medico scientifiche – Verso gli Stati Generali Fism', in corso a Roma oggi e domani.
"Oggi – sottolinea – con il ministero siamo partiti con la 'freccia azzurra'. Dopo la 'freccia rosa' per la donna, quella azzurra è per la prevenzione del tumore alla prostata negli uomini. In questo modo ci si prepara alla vecchiaia.
Fino ad oggi abbiamo immaginato la vecchiaia" come sinonimo di "malattia: mi sono fatto vecchio e quindi sono ammalato. Questo paradigma va invertito, dobbiamo allontanare questo stato della morbidità". In questi giorni, aggiunge Vaia, "sto portando avanti il tema dello screening mammografico, da anticipare ai 45 anni e portarlo ai 70 anni per ampliare la fascia della popolazione. Questo espone finanziariamente il ministero e il Governo. Noi finanziamo la prevenzione con il 5% non del Pil, ma dei 134 miliardi del Fondo sanitario nazionale.
E' nulla".
"La pandemia da Covid ha esacerbato molte patologie, tra cui i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione che sono aumentati del 30%. Per invertire la rotta bisogna innanzitutto finanziare i centri per i disturbi del comportamento alimentare che fanno un grande lavoro, e rendere strutturali questi fondi. Questa è una prima risposta. Il secondo intervento a cui il Governo Meloni sta lavorando è quello di rendere gratuite 16 nuove prestazioni, a partire dall'assistenza psico-terapeutica per chi soffre di questi disturbi alimentari, tra cui l'anoressia.
Con i nuovi Lea avremo queste ulteriori 16 prestazioni".
"La prevenzione deve essere vera attrice del cambiamento, perché dà un grande contributo alla sostenibilità del nostro sistema sanitario nazionale, intervenendo sulla domanda. Se noi interveniamo sulla domanda, eliminiamo il 60% delle malattie croniche degenerative. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo fare in modo che le persone stiano bene, che non si ammalino". In che modo? "Attraverso l'adozione di stili di vita salutari che però non possono solamente essere responsabilità individuale della persona, che deve mangiare bene, seguire la nostra dieta mediterranea, non abusare di alcol, non fumare, svolgere regolarmente attività sportiva.
Per la prevenzione oggi la vera sfida è dar vita ad una alleanza tra scuola, famiglia e sistema salute".
"Prendiamo l'esempio delle scuole": oggi "6 istituti su 10 non hanno le palestre – lamenta Vaia – Ecco, devono essere messi in grado di averle per consentire ai nostri ragazzi di fare sport sin da bambini. Non solo. L'alleanza di cui parlo deve coinvolgere anche coloro che amministrano le città, chiamati a curare luoghi della socialità, parchi, spazi per il tempo libero".
La prevenzione per il Dg Prevenzione passa anche dal welfare aziendale: "Trascorriamo ogni giorno dalle 10 alle 12 ore nel luogo di lavoro. In questo lungo lasso di tempo – osserva – come possiamo fare prevenzione per combattere ad esempio la sedentarietà? Ci sono dei progetti che stiamo portando avanti con l'Inail, e già in fase avanzata – evidenzia – che hanno come obiettivo il benessere del lavoratore. La prevenzione non può essere solo un'affermazione di principio, ma un fatto concreto.
Per questo ovviamente c'è bisogno anche di soldi. E' un investimento che deve andare oltre l'attuale 5% del Fondo sanitario nazionale che oggi viene destinato alla prevenzione".