Roma, 25 set. (Adnkronos Salute) – "Il governo Meloni sta puntando molto sulla sanità e ci sta mettendo la faccia, ma se si portano avanti provvedimenti inspiegabili come quello sulle farmacie dei servizi, con cui si permette a professionisti stimatissimi come i farmacisti di fare altro rispetto a quello che è il loro ruolo sul territorio, c'è rischio di perdere la faccia. Chiediamo al Governo un tavolo permanente di confronto per avere risposte concrete su questo e su altri temi che mettono a rischio la sostenibilità del nostro Sistema sanitario nazionale". Così Luca Marino, vicepresidente della Sezione Sanità di Unindustria, in occasione della manifestazione promossa da Uap – Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata a Roma.
"Il nostro sistema sanitario nazionale, fondato su un equilibrio tra strutture pubbliche e private, è da sempre riconosciuto come uno dei più efficienti a livello internazionale, con un impiego ottimale delle risorse", spiega Marino. "Tuttavia – aggiunge – oggi assistiamo a una rimessa in discussione di questo equilibrio, proprio mentre il Parlamento esamina il disegno di legge sulle liste d'attesa e sulle farmacie dei servizi: due provvedimenti che impattano profondamente sul nostro settore e che possono decidere le sorti del futuro della sanità".
"Sempre più persone – osserva Marino – rinunciano a curarsi per difficoltà di accesso ai servizi e si registra una profonda disomogeneità fra le Regioni nell'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), a discapito della prevenzione. Secondo i dati che emergono dalla quarta edizione dell'Outlook Salute Italia pubblicato da Deloitte, la sanità privata ha performance giudicate positive dai cittadini, ottenendo un voto pari a 7, contro il 6,3 dato alla sanità pubblica. Tuttavia, le strutture private accreditate e non, pur essendo state fondamentali nel ridurre le liste d'attesa, rimangono sotto-utilizzate a causa di budget bloccati da oltre 10 anni. Con un minimo sforzo economico da parte del Governo, si potrebbe aumentare immediatamente l'offerta di prestazioni e servizi, senza bisogno di nuovi interventi normativi, anche perché le norme esistenti permettono già l'apertura di nuovi centri privati accreditati che rispettino i requisiti di qualità e professionalità".
"Lo spettro dell'entrata in vigore del nuovo nomenclatore dal 1° gennaio 2025, che lo scorso anno prevedeva riduzioni fino all'80% per alcune prestazioni, è ancora vivo – sottolinea il vicepresidente della Sezione Sanità di Unindustria – Nonostante le rassicurazioni del Governo, non c'è ancora stato un vero confronto sul tema e si rischia una situazione di stallo con un nuovo tariffario impraticabile per le strutture costrette a non erogare prestazioni essenziali. Chiediamo, quindi, che si corregga il progetto delle farmacie dei servizi e che si sospenda l'introduzione del nuovo nomenclatore, concentrando invece energie e risorse per aggiornare l'attuale tariffario in modo coerente con l'evoluzione tecnologica e l'aumento delle richieste, al fine di rispondere adeguatamente ai bisogni di salute dei cittadini", conclude.