Roma, 22 gen. (Adnkronos Salute) – Cresce la raccolta di plasma in Italia, ma ancora non basta per ottenere l’autosufficienza per i medicinali plasmaderivati. I dati preliminari del monitoraggio del plasma destinato al frazionamento nel 2023 confermano le tendenze registrate già nei primi mesi dell’anno scorso, con una crescita della raccolta di 4,3 punti percentuali. Secondo il primo monitoraggio quindi, nell’anno appena concluso sono stati raccolti 880mila chili di plasma, circa 36mila in più rispetto al 2022, si legge in una nota del Centro nazionale sangue (Cns).
Gli obiettivi di raccolta sono stati centrati da quasi tutte le Regioni e Province autonome, con alcune che sono riuscite a raccogliere anche molto più di quanto previsto dagli obiettivi annuali. I dati del 2023 confermano però che la raccolta è a due velocità, con Regioni trainanti come Marche, Friuli Venezia-Giulia ed Emilia-Romagna che raccolgono in media oltre 22 kg di plasma per 1.000 abitanti, ben più dei 18 kg che permetterebbero all’Italia un grado di indipendenza strategica dal mercato estero per il soddisfacimento della domanda di albumina e immunoglobuline.
La mancata autosufficienza di medicinali plasmaderivati rappresenta un danno per le tasche del Servizio sanitario nazionale. Secondo le stime contenute nel Programma di autosufficienza nazionale del sangue e dei suoi prodotti per l’anno 2023 (Dm 1 agosto 2023), pubblicato in Gazzetta Ufficiale nei mesi scorsi, la spesa da sostenere sul mercato internazionale per soddisfare il 90% della domanda totale dei soli medicinali plasmaderivati driver, albumina e immunoglobuline, sarebbe stata indicativamente di 180 milioni di euro. Ma la mancata autosufficienza è prima di tutto un punto debole a livello strategico che, in caso di difficoltà di reperimento dei farmaci, come si sono registrate ad esempio durante gli anni di massima diffusione del Covid-19, potrebbe mettere a rischio le terapie salvavita di migliaia di pazienti italiani.
"Sono dati sicuramente positivi – commenta il direttore del Centro nazionale sangue, Vincenzo De Angelis – che testimoniano il buon lavoro svolto da tutti gli attori del Sistema trasfusionale. Eppure ci confermano che serve ancora uno sforzo a tutti i livelli per riuscire a raggiungere l’autosufficienza che metterebbe i pazienti italiani al sicuro dalle incognite di un mercato ormai globalizzato che offre a volte solo garanzie illusorie".
"Bisognerà sicuramente lavorare per ridurre le differenze tra le Regioni – sottolinea – e per aumentare la quota dei donatori di plasma e favorire l’incremento della frequenza tra una donazione e l’altra. Ci sono tantissime persone che sarebbero perfette per donare il plasma, le donne per esempio, che a volte hanno livelli leggermente più bassi di emoglobina, o persone che hanno gruppi sanguigni come l’AB che hanno un utilizzo moderato a livello trasfusionale".
Nei prossimi giorni il Centro nazionale sangue avvierà la campagna di comunicazione digitale 'Dona anche tu il plasma'. La campagna ha lo scopo di sensibilizzare sul tema della donazione di plasma l’ampia platea dei fruitori dei social network e fornirà contenuti informativi, compreso un link con la geolocalizzazione delle strutture più vicine presso cui si può prenotare una donazione.