In merito alla questione Maria Rosaria Boccia, il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha rivelato che aveva offerto le sue dimissioni al primo ministro, che però sono state rifiutate.
Durante un’intervista con Tg1, Sangiuliano ha difeso i suoi finanziamenti, dichiarando che “non un solo euro dal ministero è andato” all’imprenditrice. Mentre l’intervista del ministro era ancora calda, Boccia ha commentato su Instagram che Sangiuliano stava iniziando a mentire e ha espresso la sua incrollabile posizione su tale questione.
Sangiuliano, discutendo il suo rapporto personale con Boccia, ha riconosciuto di aver sofferto nel dover parlare dell’argomento. Ha sottolineato fermamente che non era suscettibile a nessun ricatto, argomentando che questo può capitare solo se si utilizzano fondi pubblici.
Ha ribadito che non ha mai speso un euro del Ministero per la dottoressa Boccia e ha pagato tutto da solo. Ha poi mostrato i biglietti del treno per Milano e l’aereo per Taormina, che ha acquistato insieme a Boccia, facendo notare che erano stati pagati con la sua carta di credito personale.
Parlando dell’evoluzione del loro rapporto, Sangiuliano ha spiegato: “È nata un’amicizia personale e ho riscontrato in lei doti organizzative.
Per queste ragioni pensavo di nominarla consigliera a titolo gratuito. Da una semplice amicizia, il rapporto si è trasformato in un legame affettivo e sentimentale. Dopo aver considerato la sua nomina, ho chiesto consiglio a degli amici legali e al capo di gabinetto che mi hanno suggerito che tale situazione poteva rappresentare un potenziale conflitto di interessi”.
Il Ministro ha illustrato come abbia inviato un’email al suo diretto superiore, chiedendo di interrompere la procedura di nomina a causa di potenziali conflitti di interessi.
Questi non erano solo di tipo sentimentale, ma anche dovuti ad altre questioni riguardanti la sua partecipazione a eventi correlati. La nomina si conclude con l’invio dei documenti all’Ufficio del Bilancio, cosa che non è mai avvenuta. “Non esiste un protocollo seguito, e la procedura è stata interrotta, ciò è accaduto spesso con questo governo e altri governi del passato” ha affermato.
Durante l’intervista, gli è stato chiesto se i documenti riservati del G7 fossero stati violati.
“No assolutamente, solo aspetti marginali del G7 sono stati diffusi, mai documenti di classificazione o riservati”. Ha poi aggiunto che i documenti divulgati erano semplicemente il programma dell’evento, che era già stato precedentemente pubblicato da La Repubblica online.
Il Ministro della Cultura, con gli occhi lucidi, ha esordito: “La prima persona a cui devo porre le mie scuse, essa essendo una persona meravigliosa, è mia moglie. Chiedo scusa a Meloni per l’increscioso disagio causato a lei e al governo.
Chiedo scusa ai miei collaboratori che sono stati coinvolti inutilmente in questa vicenda”.
Infine, è stato critico il commento di Irene Manzi, leader del gruppo democratico nella commissione di cultura della Camera. “Assistiamo a una autoassoluzione in diretta televisiva, con il tg del servizio pubblico utilizzato per ragioni personali. Aspettiamo che il Ministro Sangiuliano si presenti in Parlamento per illustrare i dettagli di questa oscura questione che lo coinvolge direttamente e che sta creando imbarazzo in tutto il governo”.