Sangare afferma riguardo Sharon: "La picchiavo e lei gridava: sei un codardo"

Durante l'audizione preliminare con il giudice incaricato di confermare il suo arresto, Moussa Sangare, assassino confesso di Sharon Verzeni, sembra essere lucido. Chiede di accendere una sigaretta e descrive con precisione la sera del 30 luglio, dal suo peregrinare nelle strade della Bergamasca fin...

Durante l’audizione preliminare con il giudice incaricato di confermare il suo arresto, Moussa Sangare, assassino confesso di Sharon Verzeni, sembra essere lucido.

Chiede di accendere una sigaretta e descrive con precisione la sera del 30 luglio, dal suo peregrinare nelle strade della Bergamasca fino al momento in cui ha incontrato la 33enne nelle strade di Terno. “Se lei mi avesse respinto, probabilmente mi sarei dato alla fuga”, ammette. I particolari dell’interrogatorio stanno venendo alla luce grazie ai verbali. Sangare racconta che la vittima ha gridato, interrogandolo sul perché stesse facendo quello e chiamandolo “un codardo, un mascalzone”.

Sangare ha continuato dicendo: “Successivamente, sono risalito sulla mia bicicletta e mi sono allontanato rapidamente”.