Sammy Basso ha fatto la sua ultima apparizione pubblica a Venezia, dove ha ricevuto un riconoscimento.

Sammy Basso: l'ultima apparizione di un attivista straordinario che ci insegna che l'età non è un limite per agire e realizzare i nostri sogni

La sera del 4 ottobre, poche ore prima della sua morte, Sammy Basso ha fatto la sua ultima apparizione pubblica.

L’attivista di 28 anni affetto da progeria ha ricevuto a Venezia il Premio Paolo Rizzi per il giornalismo, durante una cerimonia tenutasi alle 17:30 presso la Scuola Grande di San Rocco. Questo premio, giunto alla quattordicesima edizione, è stato istituito nel 2010 in memoria del noto giornalista de Il Gazzettino. Sammy è stato premiato nella categoria Società, insieme a Federico Fubini (Giornalismo) e Melania Mazzucco (Arte e Cultura).

La premiazione di Sammy Basso

Il giovane attivista, scomparso la notte successiva, è stato fotografato con l’assessore Michele Zuin, che ha condiviso l’immagine dell’evento sui social. Zuin, assessore al Bilancio e alle Società Partecipate del Comune di Venezia, ha ricordato Sammy, biomedico originario di Schio, sottolineando come l’avesse incontrato la sera prima per la consegna del premio: “Era una persona straordinaria, vibrante di vita nonostante la sua condizione. Ci raccontava del suo lavoro di ricerca sulla progeria, dedicato non solo a se stesso, ma per tutti coloro che ne soffrono”.

Le parole di Sammy Basso

In una delle sue ultime interviste su Rai3 Veneto, Sammy ha detto: “Non è necessario essere perfetti per realizzare qualcosa. L’importante è agire e non è mai troppo tardi per iniziare”. Riguardo alla scuola, affermava: “È un passaggio cruciale, un momento in cui sei ancora sotto la protezione del nido, ma inizi a confrontarti con il mondo”.

Le ingiustizie a scuola e l’importanza di agire

A scuola si verificano diverse ingiustizie, ma esse offrono opportunità di crescita.

Inoltre, si parla di tempo: “I giovani di oggi,” osservava, “non hanno neppure l’opportunità di scoprire ciò che desiderano veramente; l’idea di dover sempre eccellere crea una pressione costante e non si dà importanza agli insuccessi”. Con la consueta umiltà, Basso concludeva: “Non pretendo di essere un modello, ma se i ragazzi possono prendere insegnamento da me, è che commettere errori è parte del percorso, che non è necessario essere impeccabili per realizzare qualcosa.

Spesso le persone desiderano agire, ma si convincono di essere troppo ‘anziane’ per farlo. Ma cosa significa davvero l’età? Non esiste nemmeno un parametro biologico che la definisca. In fin dei conti, basta intraprendere un’azione”