Salvini processo Open Arms: Bongiorno chiede l’assoluzione, “Il fatto non sussiste”

Il processo Open Arms coinvolge Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona. La situazione si complica con testimonianze e dichiarazioni, mentre si analizzano le sue politiche migratorie del 2019.

La difesa di Matteo Salvini ha richiesto l’assoluzione del vice premier nel processo Open Arms, sostenendo che “il fatto non sussiste”.

L’udienza, tenutasi nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, è stata dedicata all’arringa dell’avvocata Giulia Bongiorno.

Salvini processo Open Arms: Bongiorno chiede l’assoluzione, “Il fatto non sussiste”

L’accusa riguarda il presunto sequestro di persona per aver impedito, nell’agosto 2019, lo sbarco di migranti dalla nave dell’ONG spagnola. Bongiorno ha ribadito che Salvini non agì contro i migranti, ma per difendere la sovranità italiana e per chiarire i confini tra diritti e pretese.

Secondo la difesa, le responsabilità del ritardo nello sbarco sarebbero da imputare esclusivamente all’organizzazione Open Arms. Bongiorno ha ricordato che l’Italia aveva offerto assistenza e la possibilità di accogliere i migranti, ma l’ONG avrebbe ignorato tali offerte, preferendo intensificare lo scontro. “La guardia costiera si è messa in ginocchio per chiedere una risposta su una proposta di sbarco in Spagna, ricevendo solo un sarcastico ‘buonanotte’. Anche quando l’Italia chiese di certificare il disagio a bordo per far sbarcare tutti, Open Arms non rispose”, ha dichiarato Bongiorno.

Processo Open Arms, Bongiorno: “”Assolvete Salvini, il fatto non sussiste”

Durante l’arringa, l’avvocata ha menzionato un video in cui il fondatore dell’ONG, Oscar Camps, avrebbe festeggiato non per lo sbarco, ma per la caduta di Salvini come ministro. Bongiorno ha inoltre citato il ruolo dell’ex premier Giuseppe Conte, sostenendo che, contrariamente a quanto dichiarato, vi era un accordo tra lui e Salvini sulla gestione dei migranti.

All’esterno dell’aula si è tenuta una manifestazione a sostegno del leader della Lega, con la partecipazione di ministri e parlamentari del partito.

Sul fronte opposto, Mediterranea Saving Humans, parte civile nel processo, ha ribadito la sua critica alla gestione di Salvini, ma senza mai chiedere per lui una condanna al carcere.