Oggi, venerdì 20 dicembre, si pronuncia la sentenza di primo grado del processo Open Arms. I pubblici ministeri hanno accusato Matteo Salvini di sequestro di persona con una richiesta di condanna a 6 anni.
Salvini arriva in aula per la sentenza Open Arms
Il leader della Lega è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, per aver bloccato, nell’agosto 2019, quando ricopriva il ruolo di ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong spagnola Open Arms. Il 14 settembre scorso, i pubblici ministeri hanno richiesto la condanna di Salvini a 6 anni. Il 18 ottobre è stata la volta della difesa, che ha sollecitato l’assoluzione del ministro.
Alle 9:30, il vicepremier Matteo Salvini è arrivato all’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, accompagnato dall’avvocata Giulia Bongiorno, per l’ultima udienza del processo Open Arms, in attesa della sentenza prevista per oggi.
Salvini arriva in aula per la sentenza Open Arms: le prime parole
“Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto. Ho mantenuto le promesse fatte, ho contrastato le immigrazioni di massa e qualunque sia la sentenza, per me oggi è una bella giornata perché sono fiero di aver difeso il mio Paese. Rifarei tutto quello che ho fatto e entro in questa aula orgoglioso del mio lavoro”, ha detto il vicepremier Matteo Salvini poco prima di entrare nell’aula bunker.
Ieri sera, arrivato a Palermo, Salvini ha fatto una diretta sui social in cui ha annunciato:
“In caso di condanna ricorreremo in appello perché la riterrei una profonda ingiustizia e un danno non a me, ma al Paese”.
I pubblici ministeri hanno consegnato ai giudici una memoria di 237 pagine per ribadire le loro accuse.