Le lenti a contatto non dovrebbero essere conservate in qualcosa di diverso da un’apposita soluzione e dovrebbero essere pulite ogni volta che vengono estratte dal liquido.
Tuttavia, se ci si trova in una situazione di emergenza in cui è necessario rimuovere le lenti a contatto dagli occhi e non si dispone di alcuna soluzione dove poterli immergere, esistitono delle alternative per conservale.
Come conservare le lenti a contatto
Il primo consiglio da seguire è quello di reperire qualche goccia dell’apposita soluzione. La scorretta conservazione della lente a contatto potrebbe provocare danni agli occhi anche seri. Per ridurre al minimo ogni rischio o danno alla retina, l’ideale sarebbe gettare le lenti.
Per chi possiede delle lenti mensili che proprio non vuole perdere, ci sono pochissime soluzione da seguire.
Un altro metodo per conservare le lenti a contatto senza liquido, è far bollire dell’acqua. Questa andrà poi lasciata raffreddare. Quindi, immetterla all’interno le lenti a contatto. Tale soluzione è però parziale e temporanea. Infatti, le lenti andranno poi completamente disinfettate e immerse nel loro apposito liquido prima di indossarle di nuovo.
Quest’ultimo aspetto è di primaria importanza, poiché si potrebbe andare davvero incontro a infezioni o lesioni dell’occhio.
Acqua distillata o acqua e sale
Un’altra valida alternativa è offerta dall’acqua distillata. E’ proprio questa l’alternativa più sicura perché, a differenza dell’acqua di rubinetto, non contiene il virus Acanthamoeba, particolarmente rischioso per gli occhi. Anche se l’acqua distillata è più sicura di quella del rubinetto, c’è ancora un piccolo rischio di infezione, per questo motivo la si deve usare con moderazione.
Conservare le lenti in acqua e sale è un’altra modalità.
Mescolare un cucchiaino di sale con 200 millilitri d’acqua, quindi conservare le lenti come si farebbe normalmente nell’apposita soluzione. Tuttavia, l’acqua salata è accettabile soltanto come ultima risorsa, poiché si corre un alto rischio di contrarre la cheratite da Acanthamoeba.