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La situazione economica dei lavoratori italiani desta preoccupazione, con uno studio della Cgil che rivela una realtà salariale allarmante. Tra le principali economie dell’Eurozona, l’Italia si distingue per la combinazione di lunghe ore lavorative e bassi stipendi, con una notevole disparità rispetto a paesi come Germania e Francia.
Salari storicamente bassi
Secondo lo studio, il salario medio in Italia nel 2022 si è attestato a 31,5 mila euro lordi annui, un livello nettamente inferiore rispetto a Germania e Francia, dove si registrano rispettivamente 45,5 mila e 41,7 mila euro. La situazione è aggravata dalla presenza di una maggior quota di professioni non qualificate, dall’alto tasso di lavoro part-time involontario e dall’incidenza del lavoro a termine, caratterizzato da forte discontinuità.
Dati sull’occupazione
Nel settore privato, il salario medio dei dipendenti nel 2022 si è attestato a 22.839 mila euro lordi annui, con un aumento medio del +4,2% rispetto all’anno precedente. Il 59,7% di questa categoria ha salari inferiori alla media generale, con oltre 7,9 milioni di dipendenti discontinui e più di 2,2 milioni di lavoratori part-time per l’intero anno.
Settore pubblico
Anche nel settore pubblico, dove il salario medio nel 2022 è stato di 34.153 mila euro lordi annui, si registrano situazioni analoghe, con un aumento salariale inferiore all’inflazione. La questione dei salari non aggiornati è spiegata anche dai ritardi nel rinnovare i contratti nazionali di lavoro.