Sace-BlackRock: perché è grave che il Governo Meloni non sappia nulla dell’operazione

La trattativa con il colosso USA della finanza sembra sia stata portata avanti all’insaputa di Palazzo Chigi. Un’omissione inaccettabile, visto che il gruppo assicurativo-finanziario è controllato al 100% dal MEF

Sace-BlackRock: la trattativa c’è, forse sta andando avanti e magari andrà anche a dama.

Lo confermano voci, sospetti e circostanze. Ma il nodo vero della questione non è se il gruppo assicurativo-finanziario italiano, controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla fine cederà o meno la gestione del suo ingente portafoglio (3,3 miliardi di asset) al colosso a stelle e strisce della finanza. Il problema, piuttosto, sta in come è stata portata avanti finora “l’interlocuzione” rivelata da Bloomberg una decina di giorni fa e ufficialmente negata (in realtà solo parzialmente) dagli stessi uffici di Sace.

Sace, cos’è e quanti soldi gestisce

Per capire l’aspetto potenzialmente più grave di questo affaire – aver intavolato cioè una trattativa, in totale autonomia e in barba alle più elementari regole di grammatica istituzionale, con il più grosso gestore di investimenti al mondo – bisogna fare un passo indietro e sapere innanzitutto cos’è Sace, chi sono i suoi azionisti, la sua mission e come è strutturata la sua organizzazione, sia in Italia che all’estero.

Come detto, quello attualmente diretto dall’amministratore delegato Alessandra Ricci è un gruppo assicurativo-finanziario, controllato direttamente e per il 100% dal MEF. Un’istituzione pubblica, dunque, che, come si legge sul suo sito ufficiale, “da oltre quarantacinque anni è il partner di riferimento per le imprese italiane che esportano e crescono nei mercati esteri”, facilitando l’accesso al credito attraverso garanzie finanziarie. E che – aspetto più interessante – gestisce un portafoglio di operazioni assicurate e investimenti garantiti pari a ben 260 miliardi di euro.

Il suo bilancio 2023 ha in pancia 3 miliardi di garanzie rilasciate nell’ambito della cosiddetta “Push Strategy”. Ma cos’è esattamente la Push Strategy? Si tratta di un approccio commerciale con cui Sace lavora direttamente con grandi multinazionali estere, fornendo garanzie a progetti strategici e complessi, che coinvolgono filiere produttive italiane. Le finalità sono sempre le stesse: promuovere la competitività delle aziende italiane nei contesti globali, offrendo loro accesso facilitato ai finanziamenti e creando opportunità di business attraverso partenariati internazionali e sbocchi sui mercati esteri.

La presenza di Sace e la firma sugli impegni garantisce, in sostanza, che queste operazioni abbiano un impatto positivo e concreto sul tessuto industriale italiano.

Uffici senza pace, via 18 dirigenti in un anno

Un soggetto di importanza strategica per il Made in Italy, dunque. I suoi uffici però nell’ultimo anno, sotto la gestione Ricci, non sembrano avere più pace: sono ben 18 i manager che hanno lasciato il gruppo, per ragioni non del tutto chiare, imponendo vorticosi e continui cambiamenti a livello organizzativo.

Figure di consolidata esperienza e rara professionalità allontanate una dietro l’altra e, fatto strano, nel silenzio generale. Una vera e propria diaspora, alquanto inconsueta per un’amministrazione pubblica così importante. Tanto più che con l’avvio del “Green Deal”, Sace ha dovuto intensificare ancora di più le sue attività per fornire garanzie finanziarie alle aziende e ai loro progetti “sostenibili”.

Garanzie che, va detto, vengono erogate grazie ai soldi pubblici. Eppure, il management dell’ente non si è fatto problemi a dialogare con un colosso come BlackRock, che detiene 10 trilioni di dollari di asset in tutto il mondo (un valore pari a metà del PIL Usa), senza avvisare nessuno, né al Ministero dell’Economia e delle Finanze (da cui dipende) né tantomeno a Palazzo Chigi.

Governance ed enti pubblici, cosa bisognava fare

Se è vero, infatti, che, come si sono affrettati a puntualizzare gli uffici di Sace, «è prassi consolidata il dialogo con più partner per una migliore gestione della liquidità», è altrettanto vero, tuttavia, che non puoi incontrare e trattare con il più importante azionista delle grandi imprese italiane (il fondo guidato dal CEO Larry Fink vanta già partecipazioni significative in aziende strategiche come Eni, Enel e Intesa Sanpaolo) per affidargli la gestione della tua liquidità, senza farlo sapere preventivamente al tuo “controllante”, in questo caso, il ministro Giancarlo Giorgetti.

BlackRock, com’è noto, punta a consolidarsi come attore chiave nella gestione della liquidità pubblica e privata del nostro Paese, e il management di Sace, come istituzione pubblica, per una questione di governance – non di legittimità – se vuol parlarci, ha il dovere di farlo sapere prima a chi sta sopra la sua testa. I vertici guidati dall’a.d. Ricci, invece, avrebbero agito con quella disinvolta autodeterminazione che di solito ci si può permettere in un’azienda privata.

Alessandra Ricci e Larry Fink, “hanno fatto tutto loro”?

E anche se ufficialmente Sace ha negato subito qualsiasi trattativa e lo stesso amministratore delegato ha rassicurato Giorgetti sull’infondatezza della notizia, i contatti pare proprio che ci siano stati – uno degli incontri sospetti tra l’a.d. del gruppo USA Larry Fink e Alessandra Ricci sembra si sia tenuto al G7 in Puglia del giugno scorso – e sempre lasciando il governo Meloni all’oscuro di tutto.

E infatti, cosa ha fatto Palazzo Chigi? Ha reagito in maniera confusa e preoccupata, e si sono diffuse voci su un possibile intervento della Presidenza del Consiglio dei ministri per fermare l’ipotetico accordo, come ha riportato il quotidiano La Repubblica.

I rumors insistono, dunque, sul fatto che la trattativa sia stata portata avanti all’insaputa del governo e che l’abboccamento tra Sace e BlackRock possa essere stato tutto farina del sacco di Larry Fink, il numero uno del fondo americano, e di Alessandra Ricci, la manager romana che dal maggio 2022 (governo Draghi) è stata chiamata a ricoprire l’incarico di a.d.

di Sace, dopo una lunga esperienza nelle istituzioni economiche-finanziarie che l’ha vista passare anche in Simest, di cui è stata CEO fino al 2020.

La situazione è ancora nebulosa, ma nel frattempo infuriano già le polemiche. E i primi a scagliarsi contro l’operazione sono stati i parlamentari del Partito Democratico, lo stesso gruppo che due anni e mezzo fa “non si oppose” (per non dire che caldeggiò) alla nomina di Ricci alla guida di Sace.

Una marcia indietro rispetto all’operato della manager?

Cosa fa Sace? Reazioni da PD e M5S

Non è dato sapere, fatto sta che i senatori PD Nicola Irto e Antonio Misiani hanno presentato un’interrogazione urgente e hanno chiesto chiarimenti sui “movimenti” attorno a Sace e sugli asset strategici nazionali, sollevando preoccupazioni sulla gestione e sull’impatto di tale trattativa. Anche i Cinque Stelle non hanno mancato di far sentire la loro voce sulla questione, prendendosela, in questo caso, direttamente con il governo: secondo il senatore M5S Luigi Nave, questa trattativa si inserisce infatti in un contesto più ampio di “dismissione di pezzi strategici dell’economia italiana”.

Nave ha ricordato come, in passato, la Meloni in opposizione tuonasse contro le privatizzazioni, specialmente quelle di aziende pubbliche come Poste. Ora, dopo la vendita di ITA Airways ai tedeschi di Lufthansa e il passaggio della rete TIM agli statunitensi di KKR, a sentire Nave, il governo Meloni sembra pronto a “svendere” altre parti strategiche. Per il M5S, la notizia del possibile dialogo tra Sace e BlackRock viene vista come un ulteriore passo verso questa “maxi-dismissione”.

Il governo per ora non risponde ufficialmente, ma c’è da scommettere che siamo ancora alla prima puntata di questa saga italo-americana.