In un clima di crescente tensione durante le elezioni per il nuovo presidente della Federazione Russa, si sono verificati momenti di estrema preoccupazione a San Pietroburgo.
Una donna ha scatenato il panico lanciando una bomba molotov contro una scuola utilizzata come seggio elettorale. Fortunatamente, secondo quanto dichiarato dal funzionario Maxim Meiksin su Telegram, non si segnalano vittime o feriti a causa dell’incidente. Si parla di bombe ucraine utilizzate sui seggi elettorali. A detta del presidene Vladimir Puin si tratterebbe di un’azione di Kiev volta a intimidire la Russia.
Perché si parla di bombe ucraine
Secondo quanto riportato dalla testata Fontanka, l’autrice dell’atto è stata fermata da un passante e successivamente consegnata alla polizia. Durante l’interrogatorio, la donna ha dichiarato di aver agito su incarico di un presunto “canale Telegram ucraino”, che le avrebbe promesso un compenso finanziario per l’attacco. Questo episodio di violenza non è stato l’unico a turbare il clima delle elezioni.
Casi di vandalismo
Le autorità russe hanno segnalato almeno sei casi di vandalismo, tra cui l’insabbiamento di urne elettorali con liquido verde in cinque seggi diversi e l’incendio doloso di una cabina elettorale a Mosca, sempre ad opera di una donna.
È importante sottolineare che interferire con il processo elettorale in Russia costituisce un grave reato, punibile con una pena fino a cinque anni di carcere.
Come si spiegano tali episodi
La comparsa di tali episodi non sorprende considerando il contesto attuale. Da un lato, il conflitto in corso in Ucraina ha visto un aumento delle azioni offensive da parte di Kiev, con una strategia volta a colpire le retrovie nemiche. È plausibile che i servizi segreti dell’Sbu abbiano pianificato o incentivato azioni destabilizzanti durante le elezioni, offrendo ricompense a coloro che causassero danni o agitazioni.
Pertanto, la versione della donna coinvolta nell’attacco a San Pietroburgo potrebbe essere credibile. Dall’altro lato, il ricordo di Alexei Navalny, l’oppositore di Putin morto in carcere il 16 febbraio per cause ancora non chiare, aleggia sulle elezioni, aggiungendo ulteriori tensioni e sospetti sul processo elettorale in corso.