La Procura di Rovigo ha preso una decisione tempestiva riguardo al caso della morte per scuotimento di un bimbo di soli 3 mesi avvenuta lo scorso agosto a Rosolina, accelerando i tempi del processo.
La mamma, una donna di 38 anni, cittadina marocchina, è accusata di essere responsabile di questa tragedia. La richiesta di un giudizio immediato è stata avanzata, fissando il processo per il prossimo 10 maggio davanti alla Corte di Assise di Rovigo.
Neonato morto, l’arresto della mamma
La donna, madre di un altro bambino, è stata arrestata su richiesta della Procura di Rovigo e attualmente si trova in carcere in base a un’ordinanza di custodia cautelare.
Tale decisione è stata presa considerando il pericolo di commissione di reati simili e il rischio di fuga. La conferma di questa misura cautelare è giunta dopo che il Tribunale del Riesame di Venezia ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa.
Le indagini e l’interrogatorio
Le indagini sono scaturite da una segnalazione dell’ospedale di Padova, intervenuta dopo la tragica morte del neonato di 3 mesi per scuotimento.
Il referto medico ha evidenziato lesioni cerebrali e midollari compatibili con una encefalopatia ipossico-vaschemica, sintomi associati alla cosiddetta “Sindrome del bambino scosso“, tipica di traumi cranici abusivi.
Durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari (gip), la donna ha scelto di non rispondere alle domande, avvalendosi del diritto di non autoaccusarsi. Nel frattempo, la Procura ha proceduto con l’autopsia del neonato, assicurando la piena collaborazione della difesa e rispettando le garanzie processuali.
I risultati dell’autopsia hanno confermato la causa del decesso del bimbo, fornendo ulteriori dettagli cruciali per lo sviluppo delle indagini. Questa fase dell’indagine ha dimostrato l’attenzione scrupolosa delle autorità nel garantire l’imparzialità e la trasparenza del procedimento, coinvolgendo tutte le parti interessate.