Tensioni e conflitti hanno caratterizzato la manifestazione per la Palestina a Roma.
Durante l’evento, sono stati lanciati bottiglie e bombe carta verso le forze dell’ordine. Molti partecipanti indossavano il cappuccio. In risposta, la polizia ha utilizzato idranti, fumogeni e ha effettuato cariche per disperdere i manifestanti aggressivi. Si contano 24 agenti e una ragazza feriti. Dalla Viminale è giunta la conferma riguardo alle ipotesi di infiltrazioni nel corteo.
Quattro arresti durante gli scontri
Quattro persone sono state fermate e portate in questura.
Di queste, due sono state denunciate a piede libero per resistenza, violenza e lesioni a pubblici ufficiali, mentre si stanno approfondendo le posizioni degli altri due. Il numero delle forze dell’ordine ferite è salito a 30, comprendendo 26 poliziotti e 4 militari della Guardia di Finanza, insieme a 40 fogli di via emessi.
Il Viminale conferma le teorie sugli infiltrati
“Quanto accaduto oggi a Roma supporta la validità delle motivazioni alla base del divieto imposto dalla questura”.
Questo quanto dichiarato da fonti del ministero dell’Interno. “La decisione – hanno spiegato dal Viminale – si è resa necessaria in seguito a valutazioni legate a informazioni ricevute nelle settimane precedenti, che indicavano possibili rischi per la sicurezza pubblica. Il principale elemento di preoccupazione era rappresentato da infiltrati che intendevano mischiarsi all’interno di una manifestazione numerosa per colpire obiettivi delicati e le forze di polizia, come effettivamente è accaduto a piazzale Ostiense”.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha contattato il capo della Polizia, Vittorio Pisani, per ricevere aggiornamenti sulle condizioni di salute degli agenti feriti a causa delle violenze avvenute oggi in piazzale Ostiense. Fonti del Viminale riportano che Piantedosi ha espresso il proprio riconoscimento a Pisani per “l’operato delle forze di polizia che, come sempre, hanno dimostrato notevole professionalità e equilibrio nel mantenere l’ordine pubblico durante una giornata particolarmente difficile, caratterizzata da gravi atti di violenza da parte di manifestanti, alcuni dei quali hanno impiegato armi improprie e bombe carta per attaccare le forze dell’ordine e causare danni”.
Secondo le ultime notizie, sono 24 gli agenti feriti negli scontri legati al corteo pro Pal a Roma, di cui 20 appartenenti alla Polizia di Stato e 4 alla Guardia di Finanza. Si segnala inoltre che sono stati emessi 38 provvedimenti di allontanamento per manifestanti provenienti da diverse città, tra cui Varese, Livorno, Campobasso, Brindisi, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, Milano, Perugia, Modena, Catania e Bari.
Alcune persone sono state tratte in arresto a seguito dei disordini durante il corteo pro Pal.
Le autorità stanno attualmente esaminando la posizione di queste persone, fermate dagli agenti mentre si verificavano le violenze in piazzale Ostiense.
Agenti in equipaggiamento antisommossa sono stati schierati in piazza dei Partigiani, dove si è radunato un corteo non autorizzato dopo i confronti avvenuti durante una manifestazione a favore della Palestina. Nella zona circostante si trovano anche veicoli blindati. I manifestanti urlano “Via la polizia”, mentre un elicottero vola sopra di loro.
Dopo gli scontri avvenuti in piazzale Ostiense, un gruppo di partecipanti ha deciso di unirsi nuovamente, dando origine a un corteo spontaneo. Al grido di “Vogliamo Gaza libera”, ora si stanno muovendo lungo viale Marco Polo.
Purtroppo, durante le tensioni a Piazzale Ostiense, una giovane è rimasta ferita al capo ed è caduta a terra.
Durante i disordini, alcuni manifestanti incappucciati hanno lanciato bottiglie e bombe carta verso le forze di polizia, le quali, in tenuta antisommossa, bloccano il cammino al corteo pro Palestina a Roma.
Tra gli oggetti lanciati c’era anche un palo della segnaletica stradale. La maggior parte dei partecipanti si è ritirata, ma i responsabili di questi lanci, sempre incappucciati, si sono opposti con oggetti contundenti, mentre la polizia ha risposto con lacrimogeni.
Alla manifestazione a favore della Palestina si notano anche bandiere di Hezbollah.
Il corteo ha preso avvio, con alcuni manifestanti incappucciati. Veicoli blindati ostruiscono il passaggio. I partecipanti a favore della Palestina si sono diretti verso viale di Porta Ardeatina a Roma, nonostante il divieto emesso dalla Questura.
Dalla massa si alzano grida di “corteo, corteo”. Con la strada bloccata dalle forze dell’ordine, i manifestanti hanno cambiato rotta, dirigendosi verso piazzale Ostiense.
In piazza è presente anche la bandiera di Hezbollah. Tra le numerose bandiere palestinesi, si distingue quella di Hezbollah che si affianca a quella libanese. Il vessillo giallo, affiorato tra i gruppi di sostenitori libanesi, riporta un versetto del Corano e presenta l’immagine di una mano che tiene un fucile d’assalto stilizzato.
I manifestanti intonano: “Resistenza fino alla vittoria.”
Attivisti: ‘Nessuno ci fermerà, il corteo si farà’
“Procediamo con il corteo”, ha affermato un attivista al megafono in piazzale Ostiense. Ha aggiunto: “Siamo determinati a portare avanti questa manifestazione oggi”. La folla ha iniziato a intonare slogan come “Palestina libera”, “Corteo” e “Netanyahu assassino di bambini”. I partecipanti si sono radunati dietro uno striscione recante la scritta ‘Palestina e Libano uniti: fermiamo il genocidio attraverso la resistenza’.
Con il canto “fuori Israele dal Medio Oriente, Palestina libera”, il corteo ha preso forma e ha iniziato a muoversi. “Siamo qui nonostante le imposizioni del governo. E di fronte a tutto quello che ci aspetta, noi ci siamo”, affermano con determinazione i giovani palestinesi: “Nessuno ci fermerà. Il corteo avrà luogo”.
Il divieto imposto non è stato utilizzato per promuovere la pace, ma per sostenere la guerra.
“Abbiamo deciso di manifestare, nonostante le restrizioni, perché sentiamo il peso di una responsabilità storica.
Esigiamo la cessazione dei bombardamenti. L’Italia deve adottare una posizione chiara”, ha dichiarato un portavoce dell’Unione democratica arabo palestinese. Durante la manifestazione, è emerso che alcuni avevano interpretato l’evento come un’ode a Hamas, ma la nostra presenza è dedicata ai nostri caduti, inclusi quelli palestinesi. “In Italia, le uniche celebrazioni si collegano agli alleati di Israele e all’industria delle armi nostrana”, ha continuato.
Un’attivista del movimento giovanile palestinese ha aggiunto: “Il divieto è stato emanato non per favorire la pace, ma per alimentare il conflitto.
Avremmo potuto essere un numero decisamente maggiore se non ci trovassimo in uno Stato di polizia, un regime fascista”. I manifestanti hanno lanciato cori di “vergogna” contro le forze dell’ordine. Accanto ai palestinesi, erano presenti anche membri di ‘Osa’, ‘Potere al Popolo’ e ‘Usb’, insieme alle bandiere di reti di conoscenza e comuniste.
Circa 5mila persone hanno preso parte alla manifestazione non autorizzata per la Palestina a Roma. “L’Italia deve fermare la vendita e l’invio di armi a Israele”, ha affermato un attivista al megafono.
È stata espressa anche una ferma critica nei confronti del presidente americano Joe Biden.
Manifestanti pro-Palestina si raccolgono in una piazza severamente protetta a Roma. Si ascoltano cori come “Palestina libera” e “Israele criminale” mentre arrivano i primi gruppi, noncuranti del divieto imposto dalle autorità. L’area, vigilata con attenzione, è sorvolata da un elicottero e gli agenti di polizia, equipaggiati con mezzi blindati e idranti, sono posizionati in tutte le entrate.
Ulteriori slogan critici colpiscono la premier italiana e il leader israeliano.
Roma si prepara con controlli rigorosi per la manifestazione pro-Palestina, dichiarata vietata dalle autorità. Questo dispositivo ha lo scopo di prevenire la presenza di possibili elementi violenti tra i gruppi che, sfidando il divieto, intendono comunque dirigersi verso la zona di Ostiense, in concomitanza con la ricorrenza del 7 ottobre, primo anniversario dell’attacco di Hamas in Israele.
Il piano di sicurezza è stato elaborato venerdì pomeriggio in un incontro tecnico presso la Questura, il primo presieduto dal nuovo questore Roberto Massucci. Tra le misure adottate: controlli nelle stazioni ferroviarie e ai caselli autostradali per fermare pullman di manifestanti in arrivo da altre località e un cordone di sicurezza sempre più affollato intorno a piazzale Ostiense. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha dichiarato che la manifestazione è “illegale” e ha garantito una gestione “equilibrata” da parte delle forze di polizia, nelle quali ha piena fiducia.
Il divieto del corteo ha generato una frattura nel panorama palestinese, unendo forze politiche di estrema sinistra ed estrema destra in favore della manifestazione. L’Unione democratica arabo-palestinese e i Giovani Palestinesi hanno fatto sapere che parteciperanno ugualmente alla protesta, mentre la Comunità palestinese ha stabilito una nuova data per sabato 12 ottobre.
In questo contesto, numerosi gruppi, inclusi collettivi studenteschi, continuano ad aderire all’iniziativa. Sul profilo del collettivo del prestigioso liceo Virgilio di Roma è stato condiviso un video in cui si vede uno striscione con la scritta “Israele Stato terrorista” e un’immagine di Netanyahu avvolta dalle fiamme.
La scena si svolge nel cortile dell’istituto. Anche Potere al Popolo ha annunciato la propria presenza, promettendo un “grande corteo” in reazione a un “meccanismo repressivo pericoloso”. Anche l’estrema destra, rappresentata da Forza Nuova, ha espresso il proprio sostegno, definendo la manifestazione “doppiormente legittima” e denunciando una “campagna di censura contro il mondo antisionista”. Critiche al divieto provengono anche dal Movimento 5 Stelle. Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera, ha affermato che il governo “sta creando le condizioni per favorire il conflitto anziché evitarlo”. La collega pentastellata Stefania Ascari ha sottolineato che “vietare le manifestazioni è sempre un errore e rappresenta un brutto segnale”.
La mobilitazione si estenderà oltre la Capitale. A Cagliari, ci saranno manifestazioni per opporsi al ddl Sicurezza e per rivendicare il diritto “di manifestare liberamente a sostegno del popolo palestinese”.
Ieri, in Italia, un giovane egiziano di ventidue anni è stato arrestato per apologia di terrorismo. Gli agenti della Digos di Brescia e Bergamo hanno eseguito l’operazione. Il ragazzo, attivo sui social media, aveva condiviso contenuti favorevoli allo Stato Islamico. Secondo le indagini, lavorava in una pizzeria e sembrava avere l’intenzione di colpire i cristiani, considerati infedeli, con un attacco mirato a una chiesa nel centro di Bergamo. Inoltre, a Torino, un ragazzo tunisino è stato identificato dalla Digos e successivamente espulso. Le autorità hanno scoperto che attraverso i social, lo stesso manteneva contatti con tre connazionali associati all’Isis.