Il contesto della tragedia
La morte di Younes El Boussettaoui, avvenuta a Voghera, ha scosso profondamente la comunità locale e ha sollevato interrogativi sulla legittimità delle azioni di Massimo Adriatici, ex assessore leghista alla sicurezza. Il tragico evento si è verificato in piazza Meardi, dove Younes, un uomo di origine marocchina di 39 anni, è stato colpito da un proiettile esploso dalla pistola di Adriatici. Questo episodio ha dato origine a un lungo e complesso iter giudiziario, culminato in un processo che ha messo in discussione le circostanze della sparatoria e la responsabilità dell’ex assessore.
Le offerte di risarcimento
Adriatici ha recentemente presentato una nuova offerta di risarcimento di 220mila euro, suddivisa tra i genitori e i cinque fratelli di Younes. Tuttavia, questa proposta è stata respinta, come era già accaduto per una precedente offerta di 290mila euro. I legali della parte civile hanno sottolineato che le somme offerte non comportano alcun riconoscimento di responsabilità da parte dell’ex assessore, il che ha contribuito al rifiuto da parte della famiglia di Younes.
La vedova di Younes, a differenza dei familiari, ha accettato un risarcimento di 250mila euro, evidenziando le differenze nelle posizioni legali e morali tra i vari membri della famiglia.
Le implicazioni legali
Il processo si è concluso il 6 novembre, con il giudice Valentina Nevoso che ha trasmesso gli atti alla Procura di Pavia. La richiesta è quella di riqualificare il reato da eccesso colposo di legittima difesa a omicidio volontario, con l’ipotesi di dolo eventuale.
Questo sviluppo potrebbe portare a un nuovo rinvio a giudizio e, di conseguenza, a un nuovo processo davanti alla Corte d’Assise. Adriatici potrebbe decidere di avvalersi del rito abbreviato, che garantirebbe uno sconto di pena in caso di condanna. La situazione rimane tesa e complessa, con la famiglia di Younes che continua a cercare giustizia per la perdita del loro caro.