Argomenti trattati
Il rinvio della sentenza
Il 3 dicembre si avvicina come una data cruciale per le famiglie delle vittime della strage di Rigopiano, avvenuta il , quando una valanga travolse un hotel, causando la morte di 29 persone. La Cassazione ha deciso di rinviare la sentenza, dopo aver ascoltato gli avvocati difensori, a causa della “complessità del processo” e del numero di posizioni da esaminare. Questo rinvio ha suscitato grande attesa e preoccupazione tra i familiari delle vittime, che sperano in una giustizia che tarda ad arrivare.
Le richieste dell’accusa
Durante l’udienza, il sostituto procuratore generale ha avanzato richieste significative, tra cui un appello bis per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, condannato a un anno e otto mesi per rifiuto di atti d’ufficio e falso. L’accusa ha chiesto di rivedere anche le assoluzioni per concorso in omicidio colposo, lesioni colpose e depistaggio. Inoltre, è stato sollecitato l’annullamento delle assoluzioni per sei rappresentanti dell’autorità regionale di protezione civile dell’Abruzzo, nonché la conferma delle condanne per i dirigenti della Provincia e l’ex gestore dell’hotel.
Le dichiarazioni in aula
In aula, il difensore di Provolo ha sostenuto che non ci sono elementi sufficienti per dimostrare un nesso causale tra la convocazione dell’Organismo di coordinamento soccorsi e l’evento tragico. Tuttavia, il procuratore generale ha sottolineato che il giorno della tragedia il pericolo di valanghe era elevato, e che sarebbe stato necessario attivare misure di emergenza. Le parole del presidente del Comitato vittime, Gianluca Tada, hanno evidenziato la responsabilità del prefetto, sottolineando che la sua inattività ha causato danni non solo al ministero, ma a tutti gli italiani.
Il peso della prescrizione
Il tempo stringe e la scure della prescrizione incombe su questo caso complesso. Le famiglie delle vittime sono in attesa di una giustizia che sembra sempre più lontana, mentre le richieste di appello bis e le nuove indagini potrebbero riaprire ferite mai rimarginate. La tensione è palpabile, e il 3 dicembre rappresenta un nuovo capitolo in una storia di dolore e speranza di giustizia.