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Il caso di Dmitry Chirakadze
Il Tribunale del Riesame di Milano si trova nuovamente a dover affrontare il caso di Dmitry Chirakadze, un aristocratico russo di 54 anni, noto per i suoi legami con funzionari e oligarchi di Mosca. La Cassazione ha deciso di annullare con rinvio l’ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso giugno, che aveva portato Chirakadze in carcere. Questo sviluppo segue un ricorso presentato dai suoi avvocati, Tatiana Della Marra e Federico Sinicato, che hanno contestato le accuse mosse contro di lui, in particolare quella di essere l’organizzatore della fuga di Artem Uss.
La fuga di Artem Uss
Artem Uss, figlio dell’ex governatore di una regione siberiana, era stato arrestato in Italia in attesa di estradizione negli Stati Uniti. Tuttavia, mentre si trovava agli arresti domiciliari a Basiglio, è riuscito a evadere, fuggendo in Russia. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle misure cautelari adottate e sul ruolo di Chirakadze nell’organizzazione della sua esfiltrazione. La difesa ha presentato sette motivi di impugnazione, sostenendo che le prove a carico di Chirakadze non fossero sufficienti per giustificare la custodia cautelare.
Prossimi passi e implicazioni legali
Con l’annullamento della misura cautelare, il Riesame dovrà ora fissare un’udienza per riesaminare il caso. Al momento, Chirakadze rimane in carcere, ma la sua situazione legale potrebbe cambiare a seguito della nuova decisione. La Cassazione non ha ancora fornito una motivazione dettagliata per l’annullamento, lasciando aperte molte domande su come si evolverà la vicenda. Questo caso non solo mette in luce le dinamiche legali legate all’estradizione, ma solleva anche interrogativi sulle relazioni tra Italia e Russia in un contesto geopolitico complesso.