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Rinvio a giudizio per omicidio colposo plurimo in un tragico incidente stradale

Immagine di un incidente stradale con veicoli coinvolti

Due meccanici accusati di omicidio colposo plurimo per un incidente mortale in moto

Il tragico incidente di Baselga di Pinè

Il , un tragico incidente stradale ha scosso la comunità di Baselga di Pinè, portando alla morte di Sandro ed Elisa Prada, rispettivamente padre e figlia. La loro moto, una Motron X Nord 125, è uscita di strada, causando la loro morte in un burrone. Le indagini avviate dai carabinieri hanno rivelato che il veicolo era stato assemblato in modo errato, portando a un rinvio a giudizio per omicidio colposo plurimo nei confronti di due meccanici della concessionaria che aveva venduto la moto.

Le indagini e le responsabilità

Le indagini, coordinate dalla Procura di Trento, hanno inizialmente considerato l’incidente come causato da velocità eccessiva o da un malore del 51enne. Tuttavia, la mancanza di segni di frenata sulla carreggiata ha spinto gli investigatori a esaminare più a fondo il veicolo. Una perizia ha rivelato che un bullone della pinza anteriore dei freni era fuoriuscito, causando un malfunzionamento fatale. Questo ha portato a un cambiamento nella narrazione dell’incidente, evidenziando la responsabilità dei meccanici nella manutenzione e assemblaggio della moto.

Le conseguenze per i meccanici e la concessionaria

I due meccanici, assistiti da avvocati di fiducia, si trovano ora a dover affrontare gravi accuse. Il giudice dell’udienza preliminare, Gianmarco Giua, ha disposto il rinvio a giudizio, mentre il titolare della concessionaria è stato assolto poiché il fatto non sussiste. Questo caso ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei veicoli e sulla responsabilità dei professionisti del settore, evidenziando l’importanza di una corretta manutenzione e assemblaggio delle moto per prevenire tragedie simili in futuro.

La reazione della comunità

L’incidente ha profondamente colpito la comunità della Valsugana, in particolare la famiglia delle vittime. La madre e la sorella di Elisa, preoccupate per il mancato rientro, hanno utilizzato un’app di tracciamento GPS per localizzare i loro cari, scoprendo così la tragica verità. Questo evento ha acceso un dibattito sulla sicurezza stradale e sull’importanza di garantire che i veicoli siano in condizioni ottimali prima di essere messi in circolazione.