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Rinviati a giudizio per l'uso improprio dei fondi dell'8 per mille

Immagine di un tribunale per uso improprio fondi 8 per mille

Il caso coinvolge il fratello di un cardinale e altri imputati per l'uso di fondi ecclesiastici.

Un’accusa grave e controversa

Il Tribunale di Sassari ha deciso di rinviare a giudizio Tonino Becciu, fratello del cardinale Angelo Becciu, insieme al vescovo di Ozieri, Corrado Melis, e ad altri sette imputati. L’accusa è di aver utilizzato per fini privati circa 2 milioni di euro di fondi dell’8 per mille e 100mila euro provenienti dalla Segreteria del Vaticano, destinati alla diocesi ozierese. La prima udienza è fissata per il 9 aprile prossimo, una data che segna un momento cruciale in questa vicenda che ha già suscitato un ampio dibattito pubblico.

Le reazioni degli imputati e della diocesi

Il gup Sergio De Luca ha accolto le richieste della Procura, stabilendo che i vescovi, nella gestione dei fondi, sono considerati pubblici ufficiali e devono operare secondo le regole della pubblica amministrazione. Questa impostazione ha sollevato un acceso confronto tra le parti. Ivano Iai, avvocato della diocesi di Ozieri, ha sostenuto che non vi è alcun presupposto giuridico che giustifichi la decisione del gup. Dall’altro lato, Antonello Patanè, difensore degli imputati laici, ha affermato con fermezza che le risorse sono state impiegate esclusivamente per attività caritative, sottolineando l’impegno dei suoi assistiti nel sostenere i più vulnerabili.

Un momento di crisi per la Chiesa diocesana

Il vescovo Corrado Melis ha espresso la sua estraneità alle accuse attraverso una lettera aperta pubblicata sulla home page della diocesi. In essa, ha ribadito l’impegno della Chiesa a favore dei poveri e contro ogni forma di ingiustizia. Melis ha descritto questo periodo come uno dei più difficili nella storia della diocesi, caratterizzato da interrogativi e dolore. La lettera si conclude con un ringraziamento a coloro che lo supportano in questo momento di crisi, evidenziando la necessità di unità e solidarietà all’interno della comunità ecclesiastica.