> > Rinviate a giudizio quattro maestre per maltrattamenti in un asilo nido

Rinviate a giudizio quattro maestre per maltrattamenti in un asilo nido

Quattro maestre accusate di maltrattamenti in asilo nido

Le indagini hanno rivelato comportamenti inaccettabili nei confronti di una ventina di piccoli.

Le accuse contro le educatrici

La Procura della Repubblica di Verona ha avviato un procedimento penale nei confronti di quattro maestre di un asilo nido, accusate di maltrattamenti nei confronti di circa venti bambini. Le educatrici, di età compresa tra i 29 e i 40 anni, sono accusate di aver utilizzato metodi di disciplina inaccettabili, che avrebbero incluso insulti e punizioni fisiche. Secondo le testimonianze raccolte, le frasi pronunciate dalle maestre sarebbero state estremamente offensive, come ad esempio: “Siete tutti bimbi brutti, vi faccio piangere”. Tali comportamenti hanno suscitato l’indignazione dei genitori e della comunità.

Dettagli delle indagini

Le indagini sono state avviate a seguito di segnalazioni da parte di alcuni genitori, che hanno notato cambiamenti nel comportamento dei loro figli. I carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti, hanno raccolto prove e testimonianze che hanno confermato la gravità delle accuse. Non si tratta solo di insulti, ma anche di violenze fisiche, come strattonamenti e privazioni alimentari. I bambini sarebbero stati costretti a rimanere a digiuno se osavano piangere o lamentarsi, creando un ambiente di paura e ansia all’interno dell’asilo.

Le conseguenze legali

Le quattro educatrici si sono presentate davanti al Giudice per l’udienza preliminare, dove è emerso il desiderio di alcune famiglie e del Comune di costituirsi parte civile nel processo. Questo caso ha sollevato un acceso dibattito sulla sicurezza e sul benessere dei bambini nelle strutture educative. Le famiglie coinvolte hanno espresso la loro preoccupazione per la salute mentale e fisica dei loro figli, chiedendo giustizia e misure preventive per evitare che simili episodi possano ripetersi in futuro. La vicenda ha messo in luce la necessità di un controllo più rigoroso delle strutture per l’infanzia e di una maggiore formazione per gli educatori.