Nel mistero circondante la morte di Paolo Bertozzi, il 60enne residente a Riccione, una telefonata breve, di soli 35 secondi, è diventata un elemento cruciale. La chiamata è stata troncata improvvisamente, lasciando dietro di sé più domande che risposte. Avvenuta poco prima dell’incidente mortale dello scorso 2 febbraio sull’autostrada A14 tra i caselli di Riccione e Cattolica, questa telefonata potrebbe contenere indizi fondamentali per risolvere il caso.
Incidente mortale in autostrada, le ultime parole del riccionese
Nella breve conversazione telefonica con la sua compagna, durata solamente 35 secondi, Paolo Bertozzi, vittima dell’incidente, ha dato rassicurazioni sulle sue condizioni. Ha comunicato alla donna di aver avuto un incidente e di esserne uscito incolume e di essere in attesa del carro attrezzi, aggiungendo di disdire la prenotazione al ristorante. Questo scambio conferma che il riccionese era cosciente e in grado di comunicare dopo l’accaduto, suggerendo che l’incidente potrebbe essere stato causato da altra circostanze.
Morte Bertozzi, l’indagine sul giallo del decesso
Il fulcro dell’indagine risiede nella determinazione delle circostanze che hanno portato alla morte di Paolo Bertozzi. La questione centrale è se le ferite fatali sono state causate dallo schianto iniziale del suo Land Rover Freeland, su cui viaggiava, contro il guardrail o se sono state provocate da uno o più veicoli (probabilmente quattro) che lo hanno investito mentre cercava rifugio sulla corsia di emergenza.
Questa distinzione è fondamentale per comprendere appieno le dinamiche dell’incidente e chiarire la sequenza degli eventi. L’analisi forense approfondita delle lesioni e delle prove raccolte sulla scena, insieme alle testimonianze dei testimoni oculari, sarà essenziale per rispondere a questo cruciale interrogativo e per dare una risposta alla famiglia di Bertozzi.