La Quota 41 è sicuramente una delle novità più attese dai lavoratori, con la cancellazione della detestata riforma Fornero messa a punto dal governo Monti nel 2012.
Quota 41: ecco cosa cambia
Con questa riforma è possibile l’uscita anticipata dal lavoro in deroga alle regole ordinarie di vecchiaia e anzianità, ma accettando un taglio fino a un quinto degli assegni. Dunque, una norma che prevede la pensione anticipata con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età, ma accettando il ricalcolo che può ridurre l’assegno fino al 20 per cento.
Questo sistema determina l’importo della pensione in base alla quantità di contributi versati, anziché agli ultimi stipendi percepiti come avviene con il sistema retributivo.
Attualmente, in Italia, Quota 41 è già attiva ed è riservata a specifiche categorie di lavoratori precoci: coloro che a 19 anni avevano già accumulato 12 mesi di contributi.
Ecco a chi è rivolta la riforma pensioni
Per accedere alla Quota 41 bisogna soddisfare ulteriori requisiti: appartenere a una delle categorie di lavoratori vulnerabili, dai disoccupati agli invalidi, passando per caregiver e lavoratori con mansioni gravose.
Il ministro, Giancarlo Giorgetti, preferirebbe però, la proroga di Quota 103, uscita con tagli sugli assegni raggiungendo quella somma di contributi ed età.