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Visita al carcere di Trieste
Recentemente, una delegazione composta dal Garante dei diritti della persona della Regione Friuli Venezia Giulia, Enrico Sbriglia, e da altri rappresentanti istituzionali ha visitato la casa circondariale “Ernesto Mari” di Trieste. Questo incontro si è reso necessario dopo una serie di eventi critici che hanno coinvolto la struttura, tra cui una protesta dei detenuti avvenuta lo scorso luglio, che ha portato a gravi danni agli spazi e alle attrezzature, in particolare all’infermeria. Durante quella protesta, si è registrato anche il decesso di un detenuto, un evento che ha sollevato interrogativi sulla gestione della salute all’interno del carcere.
Interventi di risanamento e miglioramento
In risposta a queste problematiche, sono stati avviati importanti lavori di risistemazione interna degli spazi detentivi. La delegazione ha potuto constatare i progressi in corso e ha discusso con i responsabili dei diversi servizi gestiti all’interno della struttura. Tra le priorità emerse, vi è la necessità di rafforzare il servizio sanitario, rendendo più attrattivo il lavoro per infermieri e medici. Franca Masala, responsabile del servizio sanitario in carcere, ha sottolineato l’importanza di soddisfare le richieste degli operatori sanitari, che, a causa delle difficoltà lavorative, tendono a cercare opportunità in altri ambiti, compreso il settore privato.
Telemedicina e modelli organizzativi innovativi
Il Garante ha evidenziato l’importanza di sperimentare modelli organizzativi più efficaci, suggerendo l’implementazione della telemedicina come possibile soluzione per migliorare l’assistenza sanitaria ai detenuti. Questo approccio potrebbe non solo facilitare l’accesso alle cure, ma anche ottimizzare l’uso delle risorse disponibili. Inoltre, si è discusso della necessità di una regia unica per i servizi sanitari, un passo fondamentale per garantire un’assistenza più coordinata e efficace. L’impegno dell’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, è stato considerato cruciale per il successo di queste iniziative.
Criticità e sfide future
Un’altra criticità emersa durante la visita è la carenza di psicologi all’interno della struttura triestina. Le ore di servizio, già insufficienti, saranno ulteriormente ridotte a partire da gennaio, creando un ulteriore ostacolo per il supporto psicologico dei detenuti. È fondamentale affrontare questa problematica per garantire un adeguato supporto mentale ai soggetti in stato di detenzione. Infine, è stata sottolineata l’importanza di consentire ai detenuti di praticare le proprie fedi religiose, nel rispetto delle libertà altrui, un aspetto che contribuisce al benessere psicologico e sociale dei detenuti.