Un inquinamento massiccio quello rinvenuto dai carabinieri di Reggio Calabria, che hanno scoperto 5000 tonnellate di rifiuti tossici in un torrente.
Torrente inquinato a Reggio Calabria
In un momento di crisi climatica grave come quello che stiamo vivendo, è incredibile pensare all’inquinamento che volutamente provocano ancora tante persone.
Se poi la città in questione è Reggio Calabria, è facile capire come si tratti di un vero e proprio business. Parliamo di rifiuti speciali e la quantità rinvenuta dai carabinieri della città è davvero imponente.
Si tratta di 5.000 tonnellate di rifiuti provenienti da attività edili, in effetti gli indagati, non nuovi alle forze dell’ordine, hanno delle società che lavorano in questo settore.
Le indagini e gli arresti a Reggio Calabria
I carabinieri hanno scoperto che dietro al grave reato c’è un’organizzazione criminale non nuova alle autorità. In passato infatti gli stessi soggetti avevano subito dei provvedimenti antimafia che poi avevano portato alla confisca di una società che operava nello smaltimento dei rifiuti.
Dietro a tutto questo c’è la ‘ndrangheta, fra l’altro le forze dell’ordine hanno scoperto che le attività illecite avvenivano alla luce del giorno.
Quattro gli indagati e c’è stato anche un arresto. Le accuse a carico di questi individui sono molto pesanti, parliamo infatti di procedimenti in materie ambientale ma anche per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Le indagini sono partite grazie ad alcuni sopralluoghi nel torrente inquinato di Reggio Calabria, dove solitamente i criminali gettavano scarti edili di qualsiasi tipo.
Fra i reati contestati abbiamo inquinamento ambientale, attività di gestione dei rifiuti non autorizzata, occupazione abusiva di suolo pubblico, disastro e traffico illecito di rifiuti.