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Un tragico anniversario
Il 23 dicembre segna un triste anniversario per l’Italia: quarant’anni fa, la strage del rapido 904 costò la vita a 16 persone e lasciò 267 feriti, molti dei quali in condizioni gravi. Questo evento, che ha segnato profondamente la memoria collettiva, è stato ricordato con una cerimonia a San Benedetto Val di Sambro, un luogo simbolico sull’Appennino tosco-emiliano. La commemorazione ha visto la partecipazione di soccorritori dell’epoca e di persone che hanno vissuto in prima persona il dramma dell’attentato.
Il dramma dell’esplosione
L’ordigno esplosivo, collocato nella nona carrozza del treno, detonò mentre il convoglio stava attraversando la galleria Direttissima. Questo tragico evento avvenne dieci anni dopo la strage dell’Italicus, un altro attacco che aveva già scosso il paese. Il treno, partito da Napoli e diretto a Milano, trasportava passeggeri in viaggio per le festività di fine anno, rendendo l’attentato ancora più devastante. La chiamata ai soccorsi, effettuata dal controllore Gian Claudio Bianconcini, è stata complicata dalla presenza di fumi tossici e danni alla linea elettrica, che hanno ostacolato l’intervento dei soccorritori.
La testimonianza dei soccorritori
Paolo Vandelli, un ex ferroviere presente sul luogo dell’attentato, ha condiviso il ricordo di quei momenti drammatici. Con alcuni colleghi, Vandelli si è precipitato sul posto, affrontando il fumo e le difficoltà per portare soccorso ai feriti. “Fortunatamente dalla nostra parte non c’era fumo”, ha dichiarato, sottolineando la difficoltà di quel giorno. A distanza di quarant’anni, molti di coloro che hanno vissuto quell’evento faticano ancora a parlarne, segno di un trauma che persiste nel tempo.
Un messaggio di pace e giustizia
Durante la cerimonia, il sindaco di San Benedetto, Alessandro Santoni, ha sottolineato l’importanza di ricordare tali eventi non solo per onorare le vittime, ma anche per educare le future generazioni sui valori di pace, giustizia e democrazia. “Questi accadimenti ci dimostrano che la pace, la giustizia e la democrazia, anche quando conquistate, non sono mai garantite per sempre”, ha affermato. La commemorazione ha rappresentato un momento di riflessione profonda su quanto accaduto e sull’importanza di mantenere viva la memoria storica.