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La dermatite atopica è un disturbo infiammatorio della pelle: conosciuta anche con il nome di eczema atopico, non è infettiva e solitamente si manifesta nei primi anni di vita, dunque nell’età pediatrica.
Con il progredire degli anni, tende a diventare cronica, sebbene sussistano i periodi di remissione. Per riconoscerla, è fondamentale apprendere cos’è la dermatite atopica e come differenziarla dalle altre tipologie di disturbi della pelle: un approfondimento.
Cos’è la dermatite atopica
Iniziamo dalla definizione di dermatite atopica. Il termine “atopica”, che deriva dal greco a-topos, è stato coniato per la prima volta nel 1923 da A. Coca e R. Cooke. Questa forma di disturbo della pelle si caratterizza per un forte prurito allo stato iniziale. In passato, si chiamava “neurodermite disseminata”.
È a tutti gli effetti una patologia cutanea a predisposizione genetica, e sovente i campanelli di allarme sono prurito e gonfiore. Solamente in seguito la sintomatologia si complica, a causa del continuo sfregamento.
Il suo andamento è cronico-recidivante, dunque ci sono periodi di remissione alternati a fasi acute. Può manifestarsi sin dai primi 3 mesi di vita del bambino, ma compare durante l’adolescenza: sebbene l’incidenza sia rara, capita colpisca le persone in età adulta.
Perché l’incidenza è maggiore nei bambini?
Abbiamo detto che la predisposizione genetica è tra le cause della dermatite atopica, ma non è l’unica: in realtà, ad oggi questa patologia è sottoposta a continui studi e ricerche.
Oltre alle cause ambientali, prodotti estremamente schiumogeni, indumenti di lana o sintetici, acari della polvere ed esposizione agli allergeni, dobbiamo considerare che sono i lattanti ad essere maggiormente a rischio.
Per un motivo molto semplice: il sistema immunitario dei neonati non è ancora allenato alle centinaia di sostanze con cui viene a contatto.
Da notare che i casi sono maggiori nei Paesi industrializzati, dove può colpire fino al 20% dei bambini. Minore, come anticipato, la percentuale di casi negli adulti: solamente il 3%.
Sembra che ci sia una connessione tra persone con disturbi allergici (asma, febbre da fieno) e dermatite atopica: tendenzialmente, quest’ultima si manifesta con maggior frequenza.
Stando ai dati dell’Università di Veronica, l’Italia detiene il primato in Europa per l’alta incidenza della dermatite atopica negli adulti, con una percentuale dell’8,1%.
Come riconoscere la dermatite atopica?
Abbiamo visto cos’è la dermatite atopica, qual è l’incidenza e quali sono le cause: ora, è arrivato il momento di imparare a riconoscerla nelle fasi iniziali, fin dal suo esordio quindi.
Rispetto alle altre forme di dermatiti, come quella da contatto, le eruzioni cutanee sorgono in punti del corpo in modo del tutto casuale. Ecco perché si chiama “atopica”, da a-topos, ovvero priva di luogo preciso.
Si manifesta non solo a livello cutaneo, ma influenza altresì le mucose, determinando dunque episodi di rinite o rinocongiuntivite allergica, oltre a eruzioni cutanee e prurito.
Fasi iniziali
È importante osservare i campanelli di allarme che indicano la manifestazione della prima dermatite atopica, soprattutto nei bambini, così da richiedere una diagnosi e un trattamento accurato.
Durante le fasi iniziali, si osserva una certa secchezza, e in seguito arrossamento e prurito. La pelle tende a desquamarsi, possiamo osservare lesioni cutanee – eritema lieve o lichenificazioni gravi – e i sintomi sono molteplici.
Sintomi
La fase acuta è caratterizzata da una sintomatologia ben precisa, che può essere più o meno grave a seconda che il paziente si strofini contro la zona interessata dalla manifestazione.
I sintomi più comuni sono la secchezza della pelle, gli eritemi, le vescicole, gli eczemi e le croste. Sebbene la dermatite atopica tenda a regredire durante l’adolescenza, in alcuni casi diventa cronica, con problemi ancor più gravi da considerare.
Tra questi citiamo l’ispessimento della pelle, con zone lichenificate e papule, ragadi e ipercheratosi. Il prurito in questi casi diventa così insopportabile da risultare insostenibile per il soggetto che ne soffre, tanto da non poter resistere contro il desiderio di sfregarsi.
La dermatite atopica è pericolosa?
Abbiamo visto come si manifesta e come riconoscere la dermatite atopica, ma tanti genitori sono preoccupati all’idea che possa essere pericolosa. In realtà, per quanto sia una patologia complessa, non rappresenta un rischio per la salute, se opportunamente trattata.
Questa condizione cronica non ha una gestione terapeutica facile, poiché lo scopo della terapia non è curarla – non c’è una cura – bensì indurre la remissione dei sintomi, prevenire le riacutizzazioni e stabilizzare la patologia sul lungo termine.
Nel corso degli anni, la ricerca scientifica è riuscita nell’intento di offrire diversi nuovi trattamenti, e un aiuto viene offerto dalla terapia termale, che è una terapia naturale che può essere alternata alla terapia farmacologica.
Uno degli aspetti da considerare, tuttavia, è che la pelle tende a essere soggetta a infezioni batteriche secondarie (da Stafilococco e Streptococco), derivate proprio dal continuo sfregamento. Ed è il motivo per cui si rende necessario un trattamento mirato che possa alleviare i sintomi.